Tedeschellum, la legge elettorale di PD e FI che truffa PD e FI

07/06/2017 di Donato De Sena

In un sistema politico tripolare, si sa, trovare una legge elettorale che consenta ad uno solo degli schieramenti di ottenere la maggioranza assoluta dei seggi e governare in autonomia è estremamente difficile. Lo dimostra anche il cosiddetto Tedeschellum sul quale negli ultimi giorni hanno raggiunto un accordo il principale partito di governo, il Pd, e i due principali partiti di opposizione, Movimento 5 Stelle e Forza Italia.

 

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TEDESCHELLUM, PD E FORZA ITALIA SENZA MAGGIORANZA

Considerando che nessun partito si avvicina oggi alla soglia del 35 o 40% dei consensi, il nuovo sistema di voto, sostanzialmente un proporzionale con sbarramento al 5% con aspiranti parlamentari candidati in collegi uninominali e listini bloccati, certamente non riuscirà a garantire l’autosufficienza numerica ad alcuna formazione. Ma non solo: il Tedeschellum non garantirebbe la metà più uno di deputati e senatori nemmeno a Pd e Forza Italia, che vengono indicati come possibili futuri alleati in un governo di larghe intese. La riforma che accantona premi di governabilità e logiche maggioritarie (che frenano la frammentazione e attribuiscono più seggi a partiti e coalizioni più grandi) rischia insomma di consegnarci un Parlamento in una situazione di stallo, obbligato a costruire un’alleanza ancora più larga di quella che sostenne il governo Monti nel 2011 e 2012.

 

tedeschellum
(Tabella di Giornalettismo)

 

L’allarme viene confermato dai numeri degli istituti demoscopici che costantemente monitorano le intenzioni di voto degli italiani ad eventuali elezioni politiche. Il confronto dei dati sondaggi realizzati per siti web e tv tra fine maggio e inizio giugno da Ixè, Piepoli, Bidimedia, Scenari Politici-Winpool, Swg, Index Research e Emg Acqua conferma che al momento nessun partito supera la soglia del 30% dei voti e solo sommando le preferenze di Pd e M5S si andrebbe oggi oltre la fatidica soglia del 50%. Un risultato al quale si giunge anche tenendo in considerazione che i partiti oltre il 5% sono destinati a spartirsi anche i seggi che in un sistema proporzionale puro e senza sbarramento andrebbero alle liste più piccole.

Le uniche quattro formazioni che secondo i sondaggi odierni superano il 5% sono Pd, M5S, Lega Nord e Forza Italia, che complessivamente in media, sempre secondo le 7 rilevazioni confrontate, si aggirano intorno all’82% dei consensi (precisamente 81,8%). Ciò significa che se Partito Democratico e Fi, insieme, raggiungono il 40,8% dei voti (il 28,4% di media per il partito di Renzi e 12,4% per quello di Berlusconi) possono anche avvicinarsi al limite del 50% dei seggi (49,9%), senza tuttavia superarlo in maniera netta. Sia alla Camera che al Senato. Unica via d’uscita sarebbe dunque una netta crescita in campagna elettorale delle due liste ai danni di Movimento 5 Stelle e Lega Nord, che continuano però a muoversi su livelli di consenso elevati.

TEDESCHELLUM, SONDAGGI

Nel dettaglio il Movimento 5 Stelle negli ultimi sondaggi oscilla tra il 26,5 e il 30,1%. Il Pd tra il 26,1 e il 29,5. La media però è identica: 28,4%. La Lega Nord intanto, mediamente al 12,6%, si muove dall’11,2 al 13,6% e batte i berlusconiani. Forza Italia non va oltre il 12,4% variando tra l’11,5 e il 13,2%. Segnali negativi invece per tutte le altre formazioni di destra, sinistra e centro. Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni tocca il 5% in una sola rilevazione e in media viene segnalato al 4,4%. Gli ex Dem di Articolo Uno Movimento Democratici e Progressisti oscillano tra 2,7 e 4,4%. Alternativa Popolare di Angelino Alfano tra il 2 e il 3,2%. Sinistra Italiana tra l’1,7 e il 2,8%. Per i piccoli la sfida elettorale sarà davvero in salita.

(Foto da archivio Ansa)

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