Totò Riina è malato e non riesce a stare seduto, la Cassazione accoglie il ricorso

05/06/2017 di Redazione

La prima sezione penale della Cassazione ha accolto il ricorso del difensore di Totò Riina, il quale propone le ipotesi alternative del differimento della pena oppure, in subordine, della detenzione domiciliare. Dopo anni in cui il tribunale non aveva ritenuto che vi fosse una reale incompatibilità tra l’infermità fisica di Riina e la detenzione in carcere, la Cassazione sembra essere indirizzata verso il differimento della pena per il capo di Cosa Nostra, che ormai ha ottantasei anni e riporta diverse gravi patologie.

PER LA CASSAZIONE RIINA HA DIRITTO AD UNA MORTE DIGNITOSA

Lo stato di salute del corleonese Riina sono state sempre monitorate e, ove fosse servito, si è ricorso al ricovero presso  la struttura ospedaleliera di Parma. Se è pur vero che il diritto di morire dignitosamente va manifestato in pieno per ogni detenuto, d’altro canto sono sempre state molteplici le posizioni assunte in merito allo “spessore criminale” che lo stesso avrebbe all’interno delle organizzazioni di stampo mafioso. La richiesta, da come si legge nella sentenza 27.766 relativa all’udienza del 22 marzo 2017, era stata respinta fino allo scorso anno dal tribunale di sorveglianza di Bologna che, secondo la Cassazione, nel motivare il diniego, aveva omesso di considerare il complessivo stato morboso del detenuto e le sue condizioni generali di scadimento fisico. Secondo il vertice della giurisdizione ordinaria italiana, il giudice dovrebbe farsi carico di verificare “se lo stato di detenzione carceraria comporti una sofferenza ed un’afflizione di tale intensità” da andare oltre la “legittima esecuzione di una pena”. Il collegio è chiaro nel puntualizzare che dal parere del giudice dovrebbe emergere il modo con cui si possa ritenere compatibile “il mantenimento in carcere, in luogo della detenzione domiciliare, di un soggetto ultraottantenne affetto da duplice neoplasia renale, con una situazione neurologica altamente compromessa”. Totò Riina, a causa di una grave cardiopatia ad eventi cardiovascolari infausti e non prevedibili, pare che non riuscirebbe nemmeno a stare seduto. La decisione sembra fare leva sul diritto di morire dignitosamente e smonta le ipotesi di altissima pericolosità e di indiscusso spessore criminale, dato che lo stesso riversa in condizioni di salute precarie.

(foto copertina Ansa)

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