Paura in piazza a Torino, perché la sindaca Appendino è finita sotto accusa

05/06/2017 di Redazione

Il panico generato sabato sera in piazza San Carlo a Torino durante la visione della finale di Champions League Real Madrid-Juventus (probabilmente tutto è nato da una bravata di un gruppo di tifosi) è costato critiche anche alla sindaca Chiara Appendino. La prima cittadina (che si trovava a Cardiff per assistere alla partita) viene accusata soprattutto per un’ordinanza che avrebbe dovuto garantire migliori misure di sicurezza per l’evento di piazza.

 

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PAURA IN PIAZZA A TORINO, CRITICHE PER APPENDINO E AMMINISTRAZIONE

A differenza di quanto previsto a Capodanno (divieto di vendita di bevande alcoliche in vetro) per il raduno dei supporter bianconeri dell’altro giorno l’ordinanza comunale si è limitata a stabilire chiusura delle strade e altre soluzioni per la viabilità senza fare cenno esplicito al divieto di presentarsi in piazza con bottiglie di vetro. Scrivono oggi  Massimiliano Peggio e Maurizio Tropeano sul quotidiano La Stampa:

Adesso, da più parti, in prefettura e Comune, si parla dell’esistenza di un’ordinanza quadro, adottata alcuni anni fa e tuttora in vigore, che prevede un divieto di mettere in vendita bottiglie di vetro in occasioni di eventi di piazza. Divieto che, andrebbe richiamato espressamente, proprio per predisporre interventi mirati. La mancanza di questa indicazione precisa, avrebbe creato un corto circuito nella fase dei controlli preventivi. Se da una parte polizia e carabinieri, abituati ai filtraggi dello stadio, erano impegnati a bloccare gli spettatori trovati con bottiglie al seguito, dall’altra bar e venditori, più o meno abusivi di bevande, hanno venduto birra e bibite a volontà, senza alcuna limitazione.

La sindaca Appendino finora ha evitato di entrare nel merito dell’ordinanza, limitandosi a dire: «Pensiamo alle persone ferite». Ma c’è anche una seconda questione che all’amministrazione comunale costa critiche. Si tratta dell’organizzazione logistica dell’evento di piazza San Carlo, al quale hanno partecipato almeno 30mila persone, arrivate anche da fuori Torino. Spiega ancora La Stampa:

Nel 2015 il monumento simbolo della città era stato «blindato» per proteggerlo da eventuali assalti, la piazza era stata divisa in settori e c’erano anche due maxi-schermi. Questa volta è stata fatta una scelta diversa con un unico mega schermo. Una soluzione che impediva di fatto un facile accesso alle ambulanze e alle forze dell’ordine in caso di necessità, e che ha creato un imbuto quando il panico ha scatenato la fuga della gente e poi nell’evacuazione dei feriti.

Il fuggi-fuggi partito dopo un falso allarme ha causato il ferimento di almeno 1.500 persone. Al momento nel fascicolo della Procura non risultano indicate ipotesi di reato e non ci sono indagati. Gli investigatori della Digos stanno visionando filmati e vagliando migliaia di segnalazioni pervenute.

(Foto: ANSA / MATTEO BAZZI)

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