Virginia Raggi non si dimette se indagata. Ma smentisce un suo tweet del 2015

Virginia Raggi non si dimetterà nel caso in cui dovesse essere indagata nell’ambito dell’inchiesta sulle nomine al Campidoglio. Lo ha confermato ieri, rispondendo a chi le prospettava l’eventualità: «Stiamo parlando di una cosa non attuale. E in ogni caso, direi proprio di no». C’è chi l’accusa di usare – come tutto il resto del Movimento 5 Stelle – due pesi e due misure: di puntare il dito contro gli esponenti degli altri partiti coinvolti in vicende giudiziarie e di essere profondamente giustizialista con quelli della propria parte politica.

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IL TWEET DI VIRGINIA RAGGI FINITO NEL MIRINO

Ma c’è di più. Come abbiamo ricordato più volte, la rete non perdona e non lascia passare inosservato nulla, specialmente quando si tratta di rappresentanti delle istituzioni. Ed è così che, in queste ore, viene riproposto – con un gran successo – il tweet della stessa Virginia Raggi datato 13 settembre 2015 e rivolto a Matteo Orfini.

All’epoca dei fatti, la Raggi era ancora consigliere di minoranza al Comune di Roma. E il Partito Democratico romano dell’allora commissario straordinario Matteo Orfini stava facendo i conti con i provvedimenti emessi sulla scia dell’inchiesta di Mafia Capitale. Il tweet del futuro sindaco di Roma spalancava la sua strada verso la candidatura.

Ma oggi si trova a fare i conti con se stessa e con le dichiarazioni rilasciate quasi due anni fa. Adesso, nel registro degli indagati per le nomine in Campidoglio, potrebbe finirci lei. Una sorta di boomerang che ritorna a distanza di tempo.

Attorno al sindaco Raggi fa quadrato tutto il Movimento 5 Stelle. Luigi Di Maio sottolinea che, nel caso in cui il primo cittadino di Roma dovesse essere indagata, verrà «applicato il codice etico». Che, modificato di recente, prevede di valutare caso per caso prima di prendere una decisione su eventuali dimissioni.

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