Il minerale che fa funzionare gli smartphone è estratto in Congo da bambini e minatori sottopagati

Un’inchiesta inquietante quella di David Chierchini e Matteo Keffer di Nemo, il programma andato in onda ieri sera su Rai Due. I due giornalisti sono andati nella Repubblica del Congo, a scoprire la vita dei minatori del coltan, un materiale preziosissimo che serve alle grandi industrie della tecnologia per fabbricare smartphone, tablet, computer e altri strumenti utilizzati quotidianamente da un numero altissimo di persone. Una sorta di nuovo oro, che permette al mondo della rivoluzione tecnologica di andare avanti: ve la immaginate, oggi come oggi, una vita senza cellulare?

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IL VIAGGIO DI NEMO NELLE MINIERE DI COLTAN

Eppure, estrarre questo minerale è pericolosissimo e il lavoro viene fatto da minatori sottopagati (il loro stipendio mensile è di 50 dollari per 12 ore al giorno di dura fatica), molto spesso da bambini. E così, mentre il ministro delle Miniere della Repubblica del Congo pensa a come costruire un nuovo dicastero, nega che i minori siano impiegati nelle cave e sostiene che la ricchezza derivante dall’esportazione del coltan sia ben distribuita nel Paese, la realtà è ben diversa.

Le immagini di Nemo mostrano lavoratori che operano in condizioni igieniche precarie, che non sono coperti nemmeno dai minimi standard di sicurezza e che rischiano quotidianamente la loro vita per poter dare un supporto economico alle loro famiglie. C’è, ad esempio, chi lavora in profondità, in luoghi quasi inaccessibili, dove le pareti della miniera possono crollare da un momento all’altro: se queste persone non riusciranno a estrarre il coltan dalle cave, non verranno pagate.

Poi ci sono i bambini. Il governo nega qualsiasi loro coinvolgimento nelle attività estrattive, ma la troupe di Nemo ne scopre tantissimi con gli attrezzi da lavoro in mano. Alla vista delle telecamere, scappano e si nascondono: non vogliono essere scoperti, hanno paura di qualcosa. Succede anche questo nelle miniere di coltan del Congo.

Infine, l’inquietante rapporto economico. Un chilogrammo di coltan costa 20 dollari (prezzo imposto, secondo i minatori, da Paesi come il Belgio, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, macroproduttori di apparecchiature tecnologiche), per estrarne 20 (400 dollari, il ricavo) ci vogliono una settimana di lavoro e cinque operai. Uno smartphone (la percentuale di coltan utilizzata e irrisoria nei singoli dispositivi) ha un prezzo elevatissimo, i lavoratori delle miniere non riescono, con i loro 50 dollari al mese, a condurre una vita dignitosa. Il prezzo del nostro benessere.

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