Il Pd fa fatica ad essere giovane: almeno il 60% dei votanti alle primarie era over 54

03/05/2017 di Redazione

Il Pd fa fatica ad essere giovane. Oltre il 40% dei votanti alle primarie di domenica scorsa aveva più di 64 anni di età. Quasi un elettore su due era un pensionato. Più del 60% superava i 55 anni. Sono i risultati amari per i Dem delle analisi degli esperti sulla consultazione che ha appena consegnato per la seconda volta il Partito Democratico nelle mani dell’ex premier Matteo Renzi e che ha registrato un significativo calo della partecipazione (ai seggi circa un milione di persone in meno rispetto al 2013).

 

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PRIMARIE PD, PENSIONATO QUASI UN ELETTORE SU 2

Su Repubblica il sociologo e politologo Ilvo Diamanti, citando un’indagine condotta su un campione piuttosto ampio (di quasi 3.700 persone) da Cls (Candidate & Leader Selection, uno degli Standing Group della Società Italiana di Scienza Politica) parla di «profilo sociale del Pd piuttosto chiaro» e di «popolo dai capelli grigi». Si sarebbero recati ai seggi per le primarie Dem solo il 15% dei potenziali elettori di età inferiore ai 35 anni (contro il 19% del 2013):

Un “popolo dai capelli grigi”. Il 42% dei votanti, infatti, ha 65 anni e oltre. Un ulteriore 21% supera comunque i 55 anni. All’opposto, i giovani (fra 16 e 34 anni) sono una quota ridotta: il 15%. Non è una sorpresa. Fra gli elettori, infatti, come mostrano i sondaggi, altri partiti attraggono maggiormente i giovani. Per primo: il M5S. Coerentemente, sul piano professionale, la componente più ampia è composta dai pensionati: oltre il 40%. Contano meno, invece, i lavoratori dipendenti, pubblici e privati. In entrambi i casi, intorno al 15%. Come i lavoratori indipendenti, d’altronde. Peraltro, i votanti alle Primarie mostrano un livello di istruzione mediamente elevato. Il 37% in possesso di laurea, qualcuno in più del diploma superiore.

I numeri sono molto significativi anche nel confronto con i vecchi dati. Nel 2013 gli elettori delle primarie del Partito Democratico di età superiore ai 54 anni (dai 55 in su) erano il 53%. Oggi sono saliti al 63. Resta invece sostanzialmente invariata rispetto a tre anni e mezzo fa l’autocollocazione politica dei votanti (con il 34% che si dice di sinistra, il 47% di centrosinistra, il 16% di centro e il 3% di destra).

PRIMARIE PD, PER RENZI MENO VOTI DAI GIOVANI

I dati sull’età degli elettori delle primarie viene confermata anche dall’analisi dell’istituto demoscopico Ipsos, che segnala gli over 64 al 43%. Scrive Massimo Rebotti sul Corriere della Sera:

Ai gazebo si sono presentati elettori più «anziani» della media – il 42,9% è oltre i 64 anni mentre quella fascia d’età è il 26,4% dell’elettorato complessivo -, quasi uno su due era pensionato (47,5%), un «corpo» che in larga parte (85,2%) aveva già votato alle primarie del 2013 e che non ha dubbi sulla scelta del Pd anche alle elezioni politiche (90,2%). «Nonostante un leader giovane – commenta l’amministratore delegato di Ipsos Nando Pagnoncelli – le primarie confermano una caratteristica dell’elettorato pd che avevamo già riscontrato: il partito è sbilanciato verso le classi d’età più alte mentre il Movimento 5 Stelle prevale tra i giovani. Anche i titoli di studio dei votanti, più licenze elementari e più lauree rispetto alla media – continua Pagnoncelli – ribadiscono la natura del partito: ceti popolari tradizionali insieme a fasce ad alta scolarizzazione».

Per quanto riguarda invece la preferenza espressa, tra i più anziani Renzi avrebbe ottenuto una percentuale di consenso superiore al dato complessivo del 70%. I più giovani avrebbero attribuito al ministro della Giustizia Andrea Orlando (secondo con circa il 20% su scala nazionale) il 30% dei voti. Si legge ancora sul Corriere:

Proprio il blocco «maturo» si è rivelato il più compatto nei consensi al «giovane» Renzi: ha scelto l’ex premier il 72% della fascia 50-64 anni e l’84% di quelli oltre i 64 anni. Per converso, è tra i giovani che hanno votato alle primarie che il futuro segretario ha ottenuto i risultati «peggiori»: 46% tra i 16-34 anni (con Orlando al 32%), 53% tra i 35-49 anni (con Orlando al 35%). Anche all’interno di chi sceglie il Pd, quindi, Renzi incontra più difficoltà con i giovani, tema che era emerso in maniera eclatante nel referendum costituzionale del 4 dicembre.

Intanto sembra placarsi la polemica per i risultati ufficiali e definitivi. Ieri la deputata Sandra Zampa ha chiesto addirittura il riconteggio delle schede. Ma a fine serata Orlando (proprio la sua mozione ha alimentato il sospetto di errori nella conta e nei dati diffusi) ha ammesso: «Mi pare che i rapporti di forza siano definiti».

(Foto: ANSA / GIORGIO BENVENUTI)

 

 

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