Il comandante dei carabinieri: «Norbert Feher ha nascondiglio e complici. Guai a chi lo aiuta»

14/04/2017 di Redazione

«I cittadini devono sapere che siamo qui soprattutto per difendere loro. Naturalmente non bisogna commettere leggerezze o essere superficiali. La prudenza è sempre importante. Se notano qualcosa di strano chiamino subito le caserme al 112 e segnalino tutto, al resto pensiamo noi». È il messaggio lanciato in un’intervista rilasciata a Giuseppe Baldassarro per Repubblica dal comandante provinciale dei carabinieri di Bologna Valerio Giardina sulla caccia al super ricercato Norbert Feher, alias Igor Vaclavic, autore degli omicidi dei giorni scorsi a Budrio (il primo aprile) e a Portomaggiore (l’8 aprile).

 

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NORBERT FEHER HA COMPLICI E NASCONDIGLIO

Giardina spiega che Norbert Feher ha «certamente» un nascondiglio nell’area in cui gli viene data la caccia. Si tratterebbe di un posto dove «si sente al sicuro». «Abbiamo la sensazione – dice il comandante – che una rete di conoscenti lo appoggi». Si legge su Repubblica:

«Abbiamo elementi oggettivi che dimostrano la sua presenza recente nei luoghi in cui lo stiamo cercando. Non posso aggiungere altro, ma i segni del suo passaggio sono diversi».

 

Dunque ne siete certi.

 

«La certezza assoluta non possiamo averla. Però c’è una possibilità, secondo noi remota, che sia riuscito ad allontanarsi. La certezza definitiva l’avremo solo quando sarà ammanettato».

 

Dove pensate si possa nascondere?

 

«Ci siamo fatti l’idea che abbia un nascondiglio che ritiene sicuro da qualche parte in questa zona. Non si dimentichi che ogni volta che compie qualche reato, una rapina o anche un omicidio, lui torna sempre in quest’area. È il segno che ha un luogo nel quale sa di potersi nascondere. Ovvimente potrebbe trattarsi di qualsiasi cosa: una capanna mimetizzata, un anfratto sotto terra, ma deve essere qualcosa di “strutturato” nel quale può resistere e nel quale, ripeto, si sente al sicuro».

 

Forse ha dei complici?

 

«Riteniamo di sì, d’altra parte ha vissuto in questi comuni per almeno un decennio, è ovvio che abbia una rete importante di amicizie e complicità. Negli ultimi due anni ha vissuto da latitante, è chiaro che ha goduto di coperture che lo hanno agevolato in varie fasi. Non è detto che ora sia ancora aiutato da qualcuno, ma fino a poco tempo fa è stato certamente così. Lavoriamo per ricostruire i suoi rapporti personali in zona».

(Foto via Facebook)

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