Il parcheggio nel posto dei disabili? Ora si rischia la condanna per violenza privata

13/04/2017 di Redazione

Chi parcheggia nel posto dei disabili rischia la condanna per violenza privata. È quanto emerge dalla vicenda giudiziaria di un automobilista palermitano finito in tribunale per aver lasciato la sua auto in un’area riservata ai portatori di handicap per 16 ore e pochi giorni fa condannato in Cassazione a 4 mesi di carcere. La vicenda ha avuto inizio ben 8 anni fa, nel maggio 2009. Ne parla oggi Maria Elena Vincenzi su Repubblica.

 

LEGGI ANCHE >  Carlo Sibilia querela Enrico Mentana

 

PARCHEGGIO NEL POSTO DEI DISABILI, RISCHIO CONDANNA

I protagonisti sono un 63enne e una disabile di 49 anni, che aveva un parcheggio sotto casa assegnato nominalmente. Non si trattava di un posto per disabili generico, ma assegnato con indicazione del numero di targa:

La vicenda, sulla quale la quinta sezione penale della Suprema Corte ha messo la parola fine, era iniziata nel maggio del 2009. Una mattina la donna, rientrando a casa con un’amica, aveva trovato il suo posto occupato. Erano circa le 10.30. Giuseppina era stanca — ha problemi fisici gravi — non vedeva l’ora di riposare un po’. Peccato che il posto riservato alla sua auto fosse occupato. È iniziata così la trafila che i disabili conoscono fin troppo bene: diverse chiamate alla polizia municipale che, però, non poteva intervenire perché, questa la risposta che le fu data, «tutti gli agenti erano impegnati in una riunione con il comandante».

Passano ore. La donna, ormai fisicamente provata, va dai carabinieri di zona. Nemmeno loro possono fare granché se non inoltrare la richiesta ai vigili. Insomma una giornata nera che si conclude solo alle 2.30 del mattino, quando la macchina viene finalmente caricata sul carroattrezzi e portata via.

Giuseppina se la prende. Quel disinteresse offende lei, la sua malattia e la civiltà. E così decide di querelare il proprietario della macchina.

L’automobilista indisciplinato era stato condannato a 4 mesi già in primo grado e in appello. In tribunale ha provato a difendersi sostenendo di essere sì il proprietario dell’automobile, ma che in quei giorni la utilizzava il figlio. Una versione che non ha convinto i giudici. La decisione della Cassazione stabilisce che da oggi parcheggiare sulle strisce gialle non è più un’infrazione del Codice della strada, sanzionabile con una multa, ma può costare una condanna penale (e il risarcimento della parte offesa).

(Foto: ANSA / CIRO FUSCO)

Share this article