Ciclismo: Tom Boonen, il giorno dopo l’addio. Tutto il Belgio saluta il suo campione

Non si esagera se si afferma che l’addio di Tom Boonen al ciclismo, per i belgi, sarà come l’addio di Francesco Totti al calcio per i tifosi della Roma e di tutto il campionato italiano. Ieri, il corridore di Mol, una vita nella squadra della Quick-Step (eccetto un biennio, quello 2012-2014, nella Omega-Pharma), ha salutato il mondo delle due ruote sulle strade della corsa che più ha amato, la Parigi-Rubaix. Certo, lui immaginava un finale diverso, che si può riassumere più o meno così: ingresso solitario nello storico Velodromo della cittadina francese, braccia alzate e quinto successo in carriera, a renderlo il più vincente nella storia della corsa del pavé. Invece, ieri, ha vinto Greg Van Avermaet, leader del gruppetto che ha staccato Boonen di una trentina di secondi.

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Ma il Belgio e la corsa francese hanno dato comunque il loro omaggio a un corridore che li ha resi speciali. Boonen ha messo in bacheca un campionato del mondo, tre vittorie al Giro delle Fiandre, quattro – come si diceva – alla Parigi-Roubaix. Senza considerare, poi, le sei tappe al Tour de France e le due alla Vuelta, coronamento ideale di una carriera di un uomo che ha fatto del successo un vero e proprio credo.

LA CARRIERA DI TOM BOONEN

Boonen ha iniziato a pedalare tra i professionisti nel 2002, presentandosi al mondo come un velocista dalla potenza esagerata, capace di mettere in fila colleghi più navigati già da giovanissimo. Poi, nel corso della sua carriera (scivolata anche un paio di volte sulla positività alla cocaina), si è registrata la trasformazione che lo ha reso il corridore ideale per le gare di un giorno, per le grandi classiche del nord, dove alla forza fisica si deve aggiungere anche la sagacia di una buona tattica. Ieri, l’ultimo atto di una carriera quasi perfetta.

“Ho realizzato che quelle sarebbero state le mie ultime pedalate in gruppo – ha detto il belga al termine della corsa – soltanto a 5 chilometri dall’arrivo. Prima di quel momento ero concentratissimo, perché la corsa è stata molto dura. Poi, ho visto il cartello e mi sono chiesto: sono davvero gli ultimi cinque chilometri della mia vita in bicicletta?”. Lo avrà aiutato a pensarci anche il pubblico della Roubaix, già di per sé estremamente caloroso: su ogni tratto in pavé – quelli dove si assiepa il maggior numero di persone – è stato a un infiammarsi continuo, quando passava Boonen.

IL TIFO PER TOM BOONEN SULLE STRADE E DA CASA

Non solo sulle strade, ma anche da casa. Simpatico il siparietto – riportato dal portale Sportpiacenza.it – che ha visto protagonista un tifoso belga in vacanza nel Piacentino: l’uomo avrebbe chiesto informazioni su come poter assistere all’ultima gara in carriera di Boonen, scrivendo alla redazione del sito web. È il termometro che misura la passione di un popolo intero per l’idolo di una generazione di tifosi del ciclismo. Dopo l’addio di  Fabian Cancellara (lui sì che riuscì nell’impresa di lasciare da trionfatore, dopo la vittoria alla cronometro olimpica di Rio 2016), un altro corridore simbolo abbandona le due ruote. Gli eredi non mancano, ma il fascino del campione assoluto mancherà lo stesso.

(FOTO: David Stockman/Belga via ZUMA Press)

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