Il flirt tra il Movimento 5 Stelle e la Commissione Trilateral

08/04/2017 di Redazione

M5S e Trilateral, il flirt tra i 5 Stelle e il centro studi fondato da David Rockefeller prosegue. Lo dimostra la partecipazione al convegno #Sum01, Capire il futuro organizzato oggi dall’associazione Gianroberto Casaleggio in occasione del primo anniversario della scomparsa del fondatore del M5S. Tra i più importanti relatori del seminario c’è infatti Paolo Magri, presentato sul sito come direttore dell’ISPI, uno degli incarichi del docente della Bocconi, ma anche segretario del gruppo italiano della Trilateral Commission. L’organizzazione fondata da David Rockefeller è uno dei più importanti think-tank a livello internazionale. Il carattere riservato dei suoi incontri, che ospitano le personalità più influenti di politica, finanza e industria, hanno trasformato la Trilateral in uno dei bersagli preferiti dei complottisti insieme al Bilderberg. I 5 Stelle, che storicamente appoggiano, almeno diversi suoi esponenti, oppure danno spazio a diverse teorie della macchinazione anti sistema, hanno un rapporto controverso con la Trilateral. Due episodi successi circa un anno fa evidenziavano questa contraddizione, che appare sintomatica degli impacci del grillismo di lotta e di governo. Il 26 aprile del 2016 Roberto Fico, uno dei deputati più importanti del M5S, aveva tuonato sul blog di Beppe Grillo contro un convegno della Trilateral a cui aveva partecipato anche l’allora ministro delle Riforme Maria Elena Boschi.

Nel 2012 era il Bilderberg, oggi è la Trilaterale, riunita per tre giorni a Roma sotto la protezione di un imponente apparato di sicurezza. Forse è il caso di ricordare cosa sia la Trilaterale, quanto questa organizzazione delle élite economiche abbia influito sulle politiche dei Paesi occidentali. La dottrina della Trilaterale è riassunta nel Rapporto del 1975: la democrazia entra in crisi quando ci sono troppi cittadini coinvolti e attivi; i cittadini non hanno gli strumenti per governare la cosa pubblica; troppa domanda politica e partecipazione ostacolano il funzionamento del sistema. Il fondamento della dottrina della Trilaterale è insomma la netta separazione fra potere (kratos) e popolo (demos): un pensiero antidemocratico penetrato nella società attraverso i media e realizzato progressivamente dagli esecutivi occidentali. Quando si comprimono i diritti perché altrimenti “non sono sostenibili”, quando si allentano i contrappesi della Costituzione e si restringono gli spazi di partecipazione perché “ci vuole governabilità”, dietro tutto questo c’è la dottrina della Trilaterale. Il Ministro Boschi convocato alla riunione dei potenti non è che il simbolo di un Governo senza autonomia, una misera pedina al servizio di interessi altri, non della volontà popolare.

Pochi giorni dopo questo attacco Luigi Di Maio aveva partecipato a un pranzo con la rappresentanza italiana alla Commissione Trilateral, organizzato al’Ipsi, l’istituto diretto da Paolo Magri che oggi parlerà al convegno della associazione Gianroberto Casaleggio. Il vicepresidente della Camera era stato oggetto di diverse polemiche in rete – l’ex responsabile della comunicazione M5S Claudio Messora si era scatenato parlando di golpe sul suo blog Byoblu – ma si era giustificato rimarcando con una spiegazione piuttosto imbarazzata.

Non c’era la Commissione Trilaterale. L’Ispi è un istituto che si occupa di studi di politica internazionale, e lì c’erano tante persone. Se è per questo io partecipo pure alle capigruppo con Brunetta e con Lupi, ma non mi preoccupo perchè sono ben cosciente della linea politica che porta avanti il Movimento 5 Stelle

Luigi Di Maio: «Io a pranzo con la Trilaterale? No, c’erano tanti esperti. Ho esposto la politica estera del Movimento 5 Stelle» / VIDEO

Il convegno di Ivrea sembra chiudere la discussione che si era aperta tra M5S di governo, aperto al dialogo con organizzazioni dell’establishment un tempo osteggiate come la Trilateral, e l’anima pentastellata di lotta. Davide Casaleggio ha invitato Paolo Magri, evidenziando quindi la volontà della guida dei 5 Stelle di confrontarsi anche con personalità un tempo molto, molto distanti dal grillismo delle origini.

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