Il sindaco di Cantù va a Napoli e chiede scusa per aver definito la città «una fogna»

05/04/2017 di Redazione

Aveva pronunciato una frase estremamente volgare e offensiva nei confronti della città di Napoli. Poi si è recato nel capoluogo campano per chiedere scusa. Il sindaco di Cantù (Como) Claudio Bizzozero, invitato da due consiglieri comunali, Mario Maggio e Pietro Lauro, è giunto ieri all’ombra del Vesuvio spiegando di aver pronunciato quelle parole solo per farsi pubblicità.

 

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«NAPOLI FOGNA», IL SINDACO DI CANTÚ CHIEDE SCUSA

«Napoli una fogna abitata solo da fannulloni e camorristi», disse. «Sono stato rozzo e volgare», ha affermato ieri parlando della sua infelice uscita. Ne parla oggi il quotidiano Il Mattino di Napoli:

«Ringrazio i due consiglieri municipali dell’invito che ho accettato volentieri – dice il sindaco di Cantù – la mia provocazione rozza e volgare e di cui chiedo scusa aveva uno scopo, lo dico, ho strumentalizzato Napoli per avere una ribalta e dire delle cose». Bizzozero approfondisce il ragionamento. «Sud e nord, noi e voi abbiamo lo stesso problema, lo Stato. Quello che c’è di bello a Napoli è merito dei napoletani non di Napoli e questo vale per la mia terra anche».
Si accalora Bizzozero e va in fondo alla sua riflessione: «Ho fatto un calcolo macchiavellico, il fine giustifica i mezzi, sono di una lista civica non ho mezzi per arrivare ai grandi media. Quello che voglio dire è che è lo Stato il nostro vero problema. I comuni sono dei bancomat, paghiamo tasse che poi indietro non ci tornano che in minima parte. Non sono qui a caccia di voto come fanno altri».

Il sindaco di Cantù non ha risparmiato frecciate alla Lega Nord e a Matteo Salvini. «A Napoli è venuto a farsi pubblicità a caccia di voti». E ancora: «Cosa ha fatto la Lega per il nord? Cosa ha fatto lo Stato per il nord o per il sud? Niente». Poi su Napoli:

«Se sono pentito di avere detto quelle cose su Napoli? Certo che lo sono chiedo scusa ai napoletani perbene e mi fa soffrire, mi spacca in due il pensiero di averli offesi. Sono pentito soltanto per quei napoletani perbene che si sono sentiti offesi: li ho strumentalizzati per portare alla ribalta i problemi della mia terra. E non penso che il territorio sia abitato solo da criminali. Il mio giudizio era per la città, non per i cittadini».

(Foto: ANSA / CESARE ABBATE)

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