Addio a Telejato: «Signori si chiude»

04/04/2017 di Stefania Carboni

Telejato chiude. La tv simbolo dell’antimafia in Sicilia interromperà presto le comunicazioni. Lo spiega in un amaro comunicato: «Continuano a piovere querele, questa volta non da comuni cittadini o dalla Bertolino, ma da alti magistrati, da funzionari e elementi di spicco che si occupano di gestione dell’ordine pubblico, persino da amministratori giudiziari e da giornalisti che non sopportano le nostre reazioni alle loro provocazioni e alle “minchiate” che scrivono, il tutto nell’ambito di un impressionante attacco all’antimafia, nel tentativo di cancellarne l’esistenza».

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TELEJATO CHIUDE PER LE TROPPE QUERELE

«Ci querelano persino i mafiosi – spiegano in un comunicato – anzi i presunti mafiosi, i quali, pur essendo stato loro confiscato il patrimonio per mafia, ci accusano di diffamazione perché non esiste una sentenza che li dichiari mafiosi».
L’azienda parla di avvisi e denunce sul responsabile della testata, sul suo direttore, sui suoi redattori. «Tutto questo significa andare a cercarsi i legali – sottolineano – andare a sottoporsi agli interrogatori della polizia giudiziaria postale, perdere tempo e salire le scale dei tribunali, da Caltanissetta, competente sulle denunce inoltrate dai magistrati di Palermo, ad Enna, dove l’Università Kore si è sentita diffamata per l’inevitabile commento sulla laurea regalata al figlio della Saguto». «Rispetto a questa velenosità – aggiungono – la Bertolino rischia di sembrare un’angioletta». Sul sito si critica pesantemente la «macchina del fango» dai Carabinieri di Partinico e dalla Procura di Palermo, che «ha prodotto danni devastanti, molto più gravi di quanto non possano essere le diffide dei mafiosi ai commercianti».
«Siamo costretti a parlare in generale – spiegano – perché c’è chi ci ascolta e ci sta registrando, magari poi viene a chiederci copia della trasmissione, in attesa di cogliere mezza parola con cui arrivare all’obiettivo finale, cioè chiedere la definitiva chiusura dell’emittente».
«Chiudiamo noi», si conclude il comunicato. «Abbiamo creduto che qualcosa potesse cambiare attraverso questa voce libera. Ma invece non cambia e non cambierà nulla perché questa terra, per dirla con Sciascia, è irredimibile. Chi ci ama ci scusi. È stato bello».

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