Milano: il primario di Ortopedia che «rompe il femore a una vecchietta per allenarsi»

23/03/2017 di Redazione

«Eh l’ho rotto (…) gli ho fatto la via d’accesso bikini (…) per allenarmi (…) oggi ho fatto una vecchietta per allenarmi no». Così, intercettato, il primario di ortopedia dell’ospedale Gaetano Pini, Norberto Confalonieri, parlava di una anziana signora su cui “esercitarsi” in vista di un intervento privato. L’uomo è stato arrestato con l’accusa di corruzione e turbativa d’asta e risulta indagato per lesioni. Il primario, nelle intercettazioni che lo inchiodano, racconta di aver «provocato la rottura di un femore ad un’ anziana paziente 78enne, operata» nel pubblico, come si legge nell’ordinanza, «a suo dire per ‘allenarsi’ con la tecnica d’accesso anteriore ‘bikini’» in vista di un intervento.

«SE QUELLA PAZIENTE VA IN MANO A UN ALTRO COLLEGA SONO FINITO»

«Invece dei punti gli ho messo una cerniera così la apro più facile», scherzava il medico nelle intercettazioni. Sta tutto nero su bianco nell’ordinanza di custodia cautelare. Il 18 aprile del 2016, infatti, il dottore contattava un coordinatore infermieristico del Pini per «richiedere un posto letto» per la paziente “da lui operata privatamente” il 30 marzo. E intercettato diceva:  «Ho bisogno di un posto letto per domani (…) se riesci a farlo perché ho rotto un femore a una paziente della San Camillo (casa di cura privata, ndr) e devo rifarlo (…) se riesci a farmi anche una stanza singola» . E in un’altra telefonata aggiungeva: «Se va in mano ad un altro collega sono finito». Cosa è successo al dottore del Pini? E in quale inchiesta risulta coinvolto?

IN COSA RISULTA COINVOLTO IL PRIMARIO DEL PINI

Secondo le indagini del Nucleo di polizia tributaria Confalonieri avrebbe messo a disposizione di due società (Johnson & Johnson e B. Braun) la propria funzione, sponsorizzando l’acquisto di protesi ortopediche. In cambio avrebbe ricevuto denaro e inviti a programmi televisivi e a convegni. Ma anche «contratti di consulenza ‘occulti’ e altre utilità materiali e immateriali, economicamente apprezzabili, estese anche ai suoi familiari». Gli inquirenti stanno facendo luce sui viaggi all’estero donati a tutta la famiglia.Non solo, le indagini proseguono: ora si cerca di capire anche l’entità dei danni fisici riportati da alcuni pazienti.  Si indaga su 62 cartelle cliniche. Perché secondo il procuratore di Milano Francesco Greco il medico è «al centro di una ramificata e consolidata rete di relazioni corruttive». Una situazione di «conflitto di interessi e in violazione dei propri doveri d’ufficio, in un arco temporale dal 2012 al 2015, ha costantemente asservito la sua funzione agli interessi delle società fornitrici di protesi ortopediche Johnson & Johnson Medical spa e B.Braun Milano spa».

IL DOTTORE E LE INTERCETTAZIONI: «COLLEGHI IN SALA CON LA VARICELLA E LITE CON LA CARDIOLOGA»

Il gip bolla come «estremamente interventista» il metodo di Norberto Confalonieri. A confermare questa linea le repliche dei colleghi sulle sue attività. «Gli interlocutori – appunta il magistrato – si lasciano andare a commenti inequivoci circa il metodo estremamente interventista di Confalonieri:(…)non gli rimane che operare le..renne di Babbo Natale poi ha operato tutti in questo periodo». Secondo gli inquirenti alcune operazioni, stando alle intercettazioni, potevano esser un grave rischio per i malati. Un esempio? Di fronte a «ulteriori approfondimenti medici chiesti da una cardiologa nei confronti prima di un’operazione, la dura reazione di Confalonieri è questa: ‘Andiamo avanti…andiamo avanti…non mi fotte un cazzo a me della cardiologa’, mentre alquanto stizzita risulta la risposta della collega: “Andiamo avanti…però se ci succede qualcosa andiamo in galera tutti e due!”». In un altro caso, Confalonieri, «pur essendo a conoscenza che un membro della sua equipe sia altamente infettivo per avere contratto la varicella, lo invita ugualmente a recarsi in sala operatoria per eseguire un intervento protesico, glissando nei seguenti termini: ‘Vai, vai tranquillo!». Nel gennaio 2016, il chirurgo, «dopo avere appena saputo dal collega che ha dovuto amputare una gamba a un paziente a causa di gravi complicanze seguite all’impianto di una protesi al ginocchio, gli suggerisce seccamente: ‘Hai fatto la protesi immediata? E vabbè, comunque facevi scena, tanto non vi cambiava niente….comunque quando c’hai qualche caso…magari ti do’ qualche dritta per fare un po’ di scena».

Infine Repubblica Milano riporta il nome di altri coinvolti, tra cui alcuni dipendenti dei colossi Big Pharma:

Le misure interdittive riguardano Luigi Ortaglio, responsabile del Provveditorato economato dell’azienda socio-sanitaria territoriale Nord Milano di Sesto San Giovanni, accusato di turbativa d’asta e per cui è stata disposta la sospensione dall’esercizio della pubblica funzione per un anno. Per altri 4 indagati, invece, accusati di corruzione e turbativa, è stata emessa la misura del “divieto temporaneo di esercitare le rispettive attività professionali e imprenditoriali nonché ogni altro ufficio direttivo delle persone giuridiche delle imprese” per un anno. Si tratta di dipendenti delle multinazionali fornitrici di protesi, quelle che secondo le accuse Confalonieri ‘sponsorizzava’ per l’acquisto nella struttura sanitaria. Le misure interdittive sono state emesse, in particolare, nei confronti di Natalia Barberis e Stefania Feroleto, rispettivamente agente di commercio e dipendente della ‘DePuy Orthopeadics’ in Johnson&Johnson Medical spa. E poi a carico di Fabio Barzaghi e Sabrina Consonni, rispettivamente agente distributore e dipendente della B. Braun Milano spa.

La Procura di Milano aveva chiesto il carcere per il primario di ortopedia dell’ospedale Pini di Milano ma il gip ha disposto gli arresti domiciliari, e solo per episodi di corruzione e turbativa d’asta, spiegando nell’ordinanza che «allo stato attuale delle indagini, non possono ritenersi sussistenti i gravi indizi di colpevolezza» sulle presunte lesioni e «appare necessario procedere ai conseguenti accertamenti di natura sostanziale sulla documentazione clinica, neppure acquisita in atti». Ora non resta che sentire la difesa del diretto interessato. Confalonieri è tra in numeri uno dell’ospedale Pini, il più importante centro specializzato di Milano.

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