Voucher, così il governo fa saltare il referendum

16/03/2017 di Redazione

Evitare il referendum del 28 maggio sui voucher promosso dalla Cgil. È questo l’obiettivo del governo, pronto a varare (domani) un decreto legge per eliminare i buoni lavoro o, in alternativa, limitarli alle famiglie. Sono queste due le ipotesi al vaglio della maggioranza. La decisione definitiva è prevista per oggi, in una riunione del Pd. Il nodo principale è legato al requisito di necessità e urgenza che serve per dare il via libera ad un dl. Scrive Valentina Conte oggi su Repubblica:

La soluzione del decreto legge non è certo priva di incognite. Se pure il requisito di “necessità e urgenza” che vincola costituzionalmente questo strumento si può giustificare con l’esplosione dei ticket (133,8 milioni quelli venduti nel 2016, record storico), le ricadute di un provvedimento immediatamente esecutivo possono essere tutt’altro che indolori. Dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale, forse già sabato mattina, non sarà più possibile acquistare i ticket. Le tabaccherie li toglieranno di mezzo. E chi li usa dovrà trovare altre forme per remunerare lavoretti e collaborazioni. Per evitare confusioni, nel decreto potrebbe essere inserita una norma transitoria così da consentire a quanti li hanno già comprati di spenderli entro l’anno. Ma nulla di più.

 

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VOUCHER, DUE IPOTESI PER EVITARE IL REFERENDUM

Giusy Franzese sul Mattino di Napoli spiega che tra abolire e limitare l’uso dei voucher alle famiglie (non più pubblica amministrazione e imprese) la differenza è minima. Anche la seconda ipotesi rappresenterebbe un’accetta più netta rispetto al testo base all’esame della commissione Lavoro della Camera, che prevede la possibilità di utilizzo dei buoni lavoro (comunque con vincoli stringenti sui prestatori d’opera) per le imprese senza dipendenti. Anche lasciare i voucher solo per le famiglie sarebbe come eliminarli quasi del tutto:

Oggi infatti l’incidenza dei buoni lavoro sul totale ore lavorate in Italia è dello 0,40%), all’interno di questa quota i voucher utilizzati dalle famiglie rappresentano il 3%. Circoscrivere lo strumento alle sole famiglie quindi porterebbe l’incidenza dei voucher sul totale delle ore lavorate allo 0,001%. «Di fatto – dice il presidente dell’Inps, TitoBoeri – equivarrebbe a cancellare del tutto questo istituto». Con il risultato di «un arretramento anche rispetto alla versione originaria della stessa legge Biagi». Quella stessa origine che gli stessi sindacati, Cisl e Uil in testa, invocano chiedendo un confronto con il governo prima del varo dell’eventuale decreto.

(Foto: ANSA / ETTORE FERRARI)

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