Roma, podisti abruzzesi vengono derubati. In massa al campo rom per recuperare la refurtiva

Hanno corso per ore sulla Roma-Ostia ma la sorpresa più brutta l’hanno avuta al loro ritorno, sul pullman. Un gruppo di podisti, atleti della Podistica Luco dei Marsi, sono stati derubati dei loro abiti di ricambio, portafogli, telefonini, orologi e perfino chiavi di casa. Ma non si sono arresi. Hanno cercato i ladri e documentato tutto sui social, con tanto di scatti.

Si Parte, appuntamento domenica mattina h 6,00. Ben 35 gli atleti sull’autobus, carichi di entusiasmo e poi via h 09,30 tutti sulle rispettive griglie di partenza, a lasciare sull’asfalto della famosa Cristoforo Colombo lo stress e pensieri negativi accumulati. Quel che doveva essere un’allegra mattinata di sport ci presenta il conto… A Lido di Ostia, dove il nostro autobus è stato completamente ripulito di tutti i nostri averi lasciandoci praticamente con quello che si aveva addosso durate la gara. Attendiamo l’arrivo di tutti gli atleti e nel mentre ci mettiamo in comunicazione con le Forze dell’Ordine che, probabilmente avvezze a questo tipo di “servizio” offerto da allegre comunità indipendenti rispetto alla Legge italiana, ci dicono che molto probabilmente i nostri averi sono già in mano a chissà chi. La fortuna/sfortuna vuole che i moderni dispositivi consentono la geolocalizzazione da remoto, per cui l’esatta posizione di alcuni smartphones era palese e facilmente raggiungibile rispetto alla nostra posizione.

Gli abruzzesi, grazie all’app di geolocalizzazione, hanno visto che uno dei telefonini rubati si trovava nel campo nomadi di Castel Romano. Che hanno fatto? Si sono diretti di massa, con il pullman, per riottenere i loro averi.

Arrivano due mezzi stracolmi di agenti in tenuta antisommossa. Stranamente escono fuori i borsoni, l’abbigliamento tecnico e parte dei documenti. I podisti faticano fino in fondo e, fra quel che resta di anni di espedienti di questi galantuomini sparsi fra campagne, immondizia ed auto bruciate, riescono a recuperare parte della refurtiva.
E’ a dir poco scontato che denaro e telefoni non sono usciti fuori.
Noi non ci fermiamo, noi urliamo con forza che questo scempio non può continuare.

Anche se hanno recuperato gran parte dei loro oggetti personali quella romana è stata una disavventura non da poco. L’amarezza è tanta. «Rimanere un’intera giornata senza nulla. Solo chi è podista sa che noi corriamo con quasi niente addosso», spiegano. Poi il disappunto si fa più pesante:

2) vedere e avere la certezza che dentro questi campi nomadi lo Stato tollera l’anarchia totale, l’assoluta disobbedienza della Legge dello Stato in cui questi soggetti sono soltanto parassiti e problemi, dove la classe politica non fa nulla affinché LA LEGGE SIA DAVVERO UGUALE PER TUTTI.
3) vedere come le Forze dell’Ordine sono costrette ad operare perché lo Stato di cui sono rappresentanti non li tutela affatto, dove un nomade con la refurtiva in mano e in tasca PUO’ PERMETTERSI IL LUSSO di deridere un poliziotto perché sa che le Leggi che lui infrange in ogni istante della sua vita sono, malgrado tutto, solo e soltanto dalla sua parte.

Il post degli abruzzesi è diventato virale. L’intero fotoracconto (da inizio corsa fino al recupero al campo) è disponibile qui.

(foto copertina via Facebook)

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