Cinque buoni motivi per vedere “La Bella e La Bestia”

L’ingresso ufficiale nelle sale italiane La Bella e la Bestia, nuovo adattamento in live action di un classico Disney dopo i campioni di incassi Maleficent, Cenerentola e Il Libro della Giungla, lo farà il 16 marzo, ed è già un successo annunciato: già lo scorso novembre il primo trailer del film è stato visto da ben 127 milioni di utenti in sole 24 ore. Complice probabilmente l’effetto nostalgia, unito al fascino che il film originale ha esercitato su almeno due generazioni, diventando praticamente un cult indimenticabile (incassò oltre 420 milioni di dollari).

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La Bella e La Bestia è stato anche il primo film di animazione a essere candidato agli Oscar nel 1992 come miglior pellicola, premio che però non vinse, dovendosi “accontentare” dei premi per la miglior colonna sonora e la miglior canzone, Beauty & The Beast, interpretata nella versione originale da Céline Dion e Peabo Bryson e in quella italiana da Amanda Sandrelli e Gino Paoli. Il film si aggiudicò anche tre Golden Globe: miglior film commedia/musicale, miglior colonna sonora e miglior canzone.

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(foto per gentile concessione di Disney – La Bella e la Bestia)

Sarà Emma Watson, indimenticabile Hermione in Harry Potter, a vestire i panni di Belle, la giovane ragazza con la passione per la lettura che sogna di vivere lontano dal piccolo paesino della campagna francese dove suo padre Maurice (Kevin Kline) lavora come inventore. Durante il viaggio per la consegna di una nuova invenzione, Maurice finisce prigioniero in un castello abitato da una crudele Bestia (Dan Stevens), ma Belle si offre di sostituire il padre, a patto che questi possa tornare illeso al villaggio. Gli inservienti del castello, un candelabro di nome Lumière (Ewan McGregor), un orologio di nome Tokins (Ian McKellen) e una teiera di nome Mrs Brick (Emma Thompson) vedono nella ragazza la loro salvezza: il castello è stato infatti maledetto da una maga respinta dal principe anni prima e il maleficio potrà essere spezzato solo e soltanto quando l’egoista e crudele monarca imparerà ad amare.

La Disney ha corso un rischio di non poco conto nel tentare di riproporre dopo più di vent’anni una versione in live action di un film che fa parte dell’infanzia di molti (basti ricordare il terribile Maleficent) eppure il prodotto finale, realizzato dal regista di Twilight – Breaking Dawn e Dreamgirls, Bill Condon, merita davvero il prezzo del biglietto, per diversi motivi.

1. L’impostazione femminista

Già nel suo antecedente animato il personaggio di Belle veniva descritto come una ragazza fuori dal comune, diversa e “strana” rispetto agli abitanti del suo piccolo villaggio, e in questa nuova versione in live action la volontà di emancipazione della protagonista diviene uno dei principali punti di fuoco della narrazione, complice una grintosa Emma Watson perfettamente calata nel ruolo (e che ha più volte dichiarato di aver voluto dare il suo personale tocco femminista e un po’ ribelle al suo personaggio, rendendola una donna matura, seppur giovane, in grado di saper scegliere con la propria testa e capace di sognare in grande).

2. La perfetta aderenza al film d’animazione originale (seppur con qualche licenza narrativa)

In molti punti indubbiamente identico al suo antesignano animato (con tanto di prologo, recitato da una Vittoria Puccini forse non proprio all’altezza) il film di Bill Condon si permette però anche alcune digressioni narrative sul passato di Belle e della Bestia, proseguendo su una strada intrapresa dalla Disney da un po’ di tempo a questa parte, ovvero quella della ricerca (a volte quasi spasmodica) delle motivazioni intrinseche del male, con il fine più o meno dichiarato di istruire le nuove generazioni a fare i conti con il dolore, la delusione e, purtroppo, anche la morte delle persone care.

3. Le canzoni

Degni di nota sono anche i brani musicali, riprodotti anch’essi fedelmente e composti nuovamente da Alan Menken e Tim Rice (autori anche delle canzoni originali de La Sirenetta, Aladdin e Il Re Leone), con tanto di alcuni brani inediti come For Evermore, monologo cantato della Bestia. Meravigliosa e memorabile la performance di Stia Con Noi, cantata dal candelabro Lumière – Ewan McGregor, realizzata completamente in CGI.

4. Il messaggio

L’uscita del film non è stata esente da polemiche, sia in patria sia oltreoceano: dopo l’annuncio dell’inserimento di un personaggio gay all’interno della storia, il fedele garzone di Gaston, Le Tont, un cinema dello stato dell’Alabama, l’Henagar Drive-In Theatre, ha infatti confermato di aver tolto dalla programmazione il film. Nei cinema russi invece sarà vietato ai minori di 16 anni per via di una legge del 2013 che vieta la diffusione di “propaganda omosessuale rivolta ai bambini”. Il premier russo potrà comunque dormire sonni tranquilli, visto che non c’è nessuna subdola propaganda all’interno del film, se non il suo meraviglioso e semplicissimo messaggio (presente peraltro anche nel film d’animazione): non fermarsi alle apparenze, perché “la vera bellezza si trova nel cuore”. Difficile poi non leggere una velata allusione a Donald Trump nel personaggio di Gaston, interpretato da Luke Evans nella scena in cui il tronfio personaggio aizza il popolo del villaggio ad uccidere la Bestia perché diverso e potenzialmente pericoloso.

5. Il cast

Ultima nota positiva è il cast, a partire dalla già citata Emma Watson, che vedremo presto in The Circle a fianco di Tom Hanks, Ewan McGregor, Ian McKellen e Emma Thompson che prestano le loro voci ai simpatici domestici del castello Lumière, Tokins e Mrs Brick e Luke Evans, perfetto nel ruolo del cattivo, Gaston. Meno magnetico invece il principe Dan Stevens, attualmente presente in TV con la serie Fox Legion, nella sua versione umana (chi scrive avrebbe consigliato uno dei due fratelli Hemsworth).

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