Quali tasse vuole abbassare il governo Gentiloni

06/03/2017 di Redazione

Intervenendo in tv ieri il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha confermato l’intenzione del governo di ridurre la pressione fiscale. «L’obiettivo del prossimo documento di economia e finanza è un ulteriore abbassamento delle tasse sul lavoro» per garantire «investimenti sul lavoro più vantaggiosi», ha detto il premier a Domenica In. Ma come interverrà l’esecutivo?

 

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TASSE, IL PIANO DEL GOVERNO: RIDUZIONE DEL COSTO DEL LAVORO

L’ipotesi che il governo sta vagliando è quella di un taglio di alcuni punti percentuali del cosiddetto cuneo fiscale. La riduzione delle tasse sul lavoro dovrebbe arrivare nella prossima legge di Bilancio ma prendere forma già in aprile nel Def. I vantaggi andrebbero sia a vantaggio dei datori di lavoro che dei lavoratori, che avrebbero più soldi in busta paga. Si tratta di un piano già valutato e poi accantonato un anno fa, quando il governo Renzi arrivò a ipotizzare un taglio del costo del lavoro fino a 6 punti. Oggi si parla di un taglio di 5 punti. Spiega Rosaria Amato su Repubblica:

A frenare l’operazione, prima ancora delle vicissitudini del governo, i costi: fino a dieci miliardi di euro se si considerano tutti i lavoratori del settore privato. Una cifra esorbitante, e infatti adesso il governo sta pensando a un intervento più limitato, a vantaggio esclusivamente delle nuove assunzioni. I costi in questo caso sarebbero decisamente più contenuti, compresi tra un miliardo e mezzo e due miliardi, a seconda delle modalità di realizzazione dell’intervento. Obiettivo principale, far ripartire il ciclo virtuoso delle assunzioni, spinte fino all’anno scorso dagli incentivi fiscali ma in ripiegamento dall’inizio di quest’anno, da quando cioè il bonus fiscale è stato definitivamente abrogato (è rimasto in piedi solo per alcune tipologie di lavoratori, a cominciare dai giovani disoccupati del Mezzogiorno). L’operazione sicuramente sarebbe ben vista anche da Bruxellles, che ha indicato più volte la strada dell’alleggerimento del costo del lavoro per rilanciare l’economia.

TASSE, L’IPOTESI: MENO CONTRIBUTI PER I NEOASSUNTI UNDER 35

Più nel dettaglio, il governo potrebbe scegliere la via della riduzione del costo del lavoro di 3 punti percentuali (e per sempre) per i neoassunti sotto i 35 anni. Scrive Alessandro Barbera sulla Stampa:

L’annuncio di un taglio della tasse sul lavoro altro non è che il sostegno al piano cui sta lavorando il responsabile del programma Tommaso Nannicini. Non si tratterà però di una versione riveduta della decontribuzione temporanea per tutti i neoassunti, troppo costosa e – come dimostrano i numeri – dagli effetti distorsivi nel lungo periodo. Il piano a cui lavora il Pd prevede la riduzione strutturale del costo del lavoro per i neoassunti – non meno di tre punti percentuali – se al di sotto dei 35 anni. La narrazione che verrà proposta al Lingotto il prossimo week-end per convincere gli scissionisti ad appoggiare il progetto si può riassumere così: se finora la decontribuzione è stato un vantaggio per le aziende, domani sarà un diritto individuale garantito dallo Stato ai più giovani.

(Foto: ANSA / GIUSEPPE LAMI)

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