Dp, ammettetelo: cosa vi viene in mente?

Di razza o di mazza (non so se si dice) si sa, la sinistra italiana ha inventato, costruito (a metà), demolito, venduto, svenduto, la più ampia creatività politica sul darsi un nome diverso.

Infiniti segnali di un disegno politico che ha al centro la mancanza di spirito democratico, incapace di spostare il proprio ego da una posizione di rilevanza ad una democratica posizione di idee senza ricatto tattico.

Si vota, si perde e (raramente) si vince. Normale su e giù della vita, come direbbe Stefano D’Orazio dei Vernice.

Ulivo, Margherita, passi pure La Quercia (anche se incominciavamo a darci dentro, almeno per divertimento fonico) ma questa volta hanno davvero esagerato. La creatività dei ‘copy’ sui nomi ha messo da parte le normali statistiche del buon senso, per approdare ad una chiave di ricerca che darebbe spunto per una nuova clip del Terzo segreto di Satira.

Care donne e uomini del traffico serale (ci) vi hanno fregato. Questa volta anche la sinistra ci ha levato l’orgoglio in stile ‘Forza Italia’ ai mondiali. Si, hanno scelto proprio Dp. Dp, si. Si proprio Dp, ma senza (purtroppo) Valentina Nappi.

Un panino delle Feste dell’Unità vecchio stile, condito in salsa dalemiana, farcito con i problemi reali della gente e disponibile con menù patatine.

Da oggi avrò un motivo in più per informarmi sulle decisioni politiche della sinistra: userò il motore di ricerca (no Facebook no), parteciperò con vigore almeno una volta al giorno, forse farò pure voto di scambio. Ci starà bene pure una canna quando avrò finito ma vi prego, niente (e)mozioni e quando sarò nell’urna, da solo, non bussate.

(in copertina una Mauser. Credits Deviantart.com)

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