La trans che si prostituiva e ricattava i clienti minacciando di rivelare i loro rapporti

02/03/2017 di Redazione

Si prostituiva e ricattava clienti minacciando di rivelare i loro rapporti sessuali. Alle vittime venivano chiedeva ingenti somme di denaro. È per questo motivo che la Squadra mobile di Reggio Calabria (a conclusione di serrate indagini coordinate dal procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, e dal procuratore aggiunto, Gerardo Dominijanni), ha dato esecuzione oggi ad un ordinanza di custodia cautelare in carcere (emessa dal gip del Tribunale di Reggio Calabria) nei confronti di Giovanni Di Stefano, classe ’79, transessuale. Le accuse nei suoi confronti sono di di estorsione e di tentata violenza privata.

 

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CATANIA, TRANS SI PROSTITUIVA E RICATTAVA I CLIENTI: RICHIESTE DA 50MILA EURO

Le indagini sono partite in seguito alla denuncia di una delle vittime delle estorsioni perpetrate dall’indagato. Di Stefano era solito prostituirsi con uomini in una struttura ricettiva nel centro di Reggio Calabria. Concordava telefonicamente gli appuntamenti con i clienti. Le sue prestazioni erano pubblicizzate con annunci online su siti per incontri. Aveva messo a punto una strategia per scoprire informazioni private sugli uomini che lo contattavano. Poi le utilizzava per minacciarli: estorceva denaro sotto la minaccia di rendere pubblico il fatto che le vittime si erano relazionate con un transessuale. Di Stefano ai clienti minacciati diceva che avrebbe pubblicato screenshot Facebook con raffigurati i numeri delle utenze cellulari delle vittime o di svelare i rapporti a parenti e conoscenti. Le somme di denaro di solito richieste ammontavano a 50mila euro.

Il transessuale era già finito ai domiciliari presso la sua abitazione di Catania lo scorso ottobre, quando fu arrestato in flagranza di reato. Durante la misura cautelare, però, ha continuato ad intrattenere contatti telefonici, violando le prescrizioni di legge a lui imposte. Ciò non è sfuggito agli investigatori della Squadra mobile di Reggio Calabria, che hanno fatto luce su singoli episodi estorsivi e di tentata violenza. È stato ricostruito un solido impianto accusatorio, determinando il gip ad accogliere la richiesta di misura cautelare in carcere. Per la cattura la Squadra mobile reggina si è avvalsa della collaborazione della Squadra mobile di Catania. Di Stefano è stato poi portato nel carcere della città etnea.

(Immagine di una escort da archivio Ansa. Credit: Lukas Schulze / dpa)

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