Jeff Sessions, nuove accuse su legami tra Trump e la Russia

02/03/2017 di Andrea Mollica

Jeff Sessions, uno dei più importanti esponenti dell’amministrazione Trump, ha incontrato due volte l’ambasciatore russo Sergey Kislyak, il diplomatico che secondo le agenzie di intelligence Usa cura attività di spionaggio coperto dal suo ruolo istituzionale. Sessions, Attorney General, una carica vicina al nostro ministro della Giustizia, si sarebbe visto due volte con Kislyak, a luglio 2016 al margine della Convention repubblicana che ha nominato Donald Trump candidato alle presidenziali, e nel settembre successivo, nel suo studio da senatore dell’Alabama a Washington, Dc.  La notizia è stata fornita dal Washington Post, già autore dello scoop costato le dimissioni di Flynn. Jeff Sessions aveva sempre negato di aver avuto contatti con la Russia durante la campagna elettorale di Donald Trump, di cui è stato uno dei principali consiglieri sin dalle primarie repubblicane. Un diniego affermato anche durante le audizioni al Senato che avevano preceduto la sua nomina ad Attorney General della nuova amministrazione federale. Gli incontri negati con Kislyak durante la transizione tra le elezioni e l’insediamento di Trump avevano portato alle dimissioni di Michael Flynn, consigliere per la Sicurezza nazionale del presidente. I Democratici hanno immediatamente chiesto a Sessions di lasciare il suo incarico da Attorney General. Il caso che riguarda l’ex senatore dell’Alabama è un nuovo episodio dei contatti tra la Russia e il nuovo presidente americano. L’intelligence americana è convinta che Mosca abbia influenzato le elezioni Usa attraverso le sue spie e il sabotaggio informatico di Hillary Clinton, e ci sono sospetti che la strategia sia venuta a conoscenza della campagna di Donald Trump. Nelle prime misure della presidenza non si è visto alcun segnale particolare di riavvicinamento alla Russia, a differenza di quanto promesso durante la campagna elettorale. Trump si era distinto per elogi a Vladimir Putin, e forti critiche all’amministrazione Obama per il rapporto sempre più conflittuale con Mosca. La nomina di uno dei più importanti manager del settore petrolifero alla segreteria di Stato, l’ex Ceo di Exxon Rex Tillerson, era stata interpretata come un segnale per riprendere i contatti con la Russia.

Foto copertina: EPA/JIM LO SCALZO

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