Il vicepresidente (ed erede) di Samsung incriminato per corruzione e frode

28/02/2017 di Redazione

Lee Jae-yong, vicepresidente di Samsung Electronics ed erede del maggior produttore di cellulari al mondo, insieme ad altri quattro manager di alto livello, è stato incriminato per corruzione e malversazione, nell’ambito dell’inchiesta che ha portato alla destituzione della presidente Park Geun-Hye (ora sotto procedura di impeachment) e la confidente Choi Soon-sil (in stato di arresto). Lee, 48 anni, è agli arresti cautelari dal 27 febbraio scorso. Il vicepresidente e i quattro manager saranno quasi sicuramente processati.

 

LEGGI ANCHE > Starbucks in Italia, l’ad: «Non abbiamo nulla da insegnarvi sul caffé, ma vi sorprenderemo»

 

VICEPRESIDENTE ED EREDE SAMSUNG INCRIMINATO PER CORRUZIONE E FRODE

La vicenda è destinata ad ingigantire la crisi che attraversa Samsung, primo conglomerato sudcoreano e che rappresenta un quinto dell’economia del Paese, ma che ha subito una grave debacle dopo i problemi alle batterie del suo ultimo smartphone. Lee Jae-yong, nipote del fondatore, era di fatto al vertice dell’azienda dopo la crisi cardiaca subita dal padre nel 2014. ll team di procuratori sospetta che abbia versato o promesso di farlo a Choi circa 43 miliardi di won (quasi 37 milioni di dollari) in cambio della protezione politica grazie all’influenza esercitata sulla presidente Park su un’operazione del 2015 di riassetto all’interno del gruppo Samsung (che necessitava per la riuscita più agevole del voto favorevole dei fondi pensione pubblici).

Si trattava di una fusione poco industriale, ma che risultava strategica per assicurare il passaggio di una quota azionaria di peso di Samsung dal presidente Lee Kun-hee al figlio Jae-yong. Il team inquirente ha ottenuto a dicembre l’incarico dal parlamento di completare le indagini in 70 giorni (con altri 20 dedicati alla preparazione della verifica degli addebiti mossi contro Park e Choi). Lee Jae-yong ora nega tutte le accuse. Il 48enne è stato il primo capo delle grandi conglomerate sudcoreane a controllo familiare (‘chaebol’) a essere arrestato.

(Foto da archivio Ansa. Credit: EPA)

Share this article
TAGS