L’UE boccia l’Italia per la mancata riduzione del debito

La Commissione europea ha confermato la bocciatura dell’Italia per il mancato rispetto delle regole sull’indebitamento. Secondo il Trattato sul funzionamento dell’UE ogni Paese deve rispettare tetti di disavanzo e indebitamento massimi, al 3 e al 60% del Pil. L’organismo di governo dell’UE non ha però ancora deciso di aprire una procedura di infrazione per il mancato rispetto dei parametri, visto che il Governo Gentiloni si è impegnato per correggere il disavanzo di bilancio del 2016. La Commissione ha rimarcato come l’Italia non abbia rispettato l’impegno alla riduzione dell’indebitamento nel 2016, e come le previsioni si attendono un aumento dell’indebitamento sia nel 2016 che nel 2016. Il divario è particolarmente ampio anche a causa del significativo deterioramento del deficit strutturale da -1,0% del potenziale Pil nel 2015 al -2,5% atteso nel 2018 basato sull’ipotesi di politiche invariate. Il miglioramento delle condizioni macroeconomiche, come i bassi tassi di interesse e il ritorno alla crescita, non giustifica più la deroga dal consolidamento fiscale di bilancio previsti dal Governo Renzi nel 2016 e nel 2017, e il largo divario dalla regole di riduzione dell’indebitamento. L’Italia rimane dunque sotto osservazione, con una possibile apertura della procedura di infrazione che sarà evitata solo se verrà votata una manovra di correzione di bilancio pari allo 0,2% del Pil. Una stretta fiscale che il PD di Renzi vuole evitare, ma che il Governo Gentiloni sa di non poter evitare. L’apertura di una procedura di infrazione, prevista dall’articolo 126 del Tfue, è una decisione della Commissione che deve poi essere approvata dall’Ecofin, il Consiglio dei ministri economici e finanziari dell’Unione Europea. La procedura di infrazione sottopone un Governo a un controllo più rigoroso delle manovre, ma da quando è stato introdotto il Patto di stabilità e crescita nessuno Stato membro dell’UE è stato poi sanzionato. Foto copertina: EPA/OLIVIER HOSLET

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