Cosa si sono detti Renzi ed Emiliano nella telefonata sulla scissione

18/02/2017 di Redazione

La scissione del PD sembra molto vicina. Massimo D’Alema ieri è stato particolarmente esplicito nell’incontro di Lecce di ConSenso, evidenziando come serva una nuova forza capace di ricostruire il centrosinistra. Matteo Renzi ha telefonato a Michele Emiliano, ma non a Pierluigi Bersani, per evitare l’addio della componente di sinistra dal Partito Democratico. Tommaso Ciriaco su La Repubblica spiega cosa si siano detti il segretario del PD e il presidente della Puglia, uno dei leader della minoranza PD dopo aver sostenuto Renzi allo scorso congresso.

Tutto è appeso un filo, in effetti. Lo ammette anche Renzi, chiamando al cellulare Emiliano. Il confronto è lunghissimo, quaranta minuti di accuse e battute, colpi bassi e appelli alla ragione. Non è la prima volta che il segretario sonda il “nemico”, l’aveva già fatto nei giorni scorsi con Enrico Rossi e Roberto Speranza. «Michele – è l’esordio – non ve ne va mai bene una. Se il vostro programma si riassume in “uccidiamo Renzi”, non andiamo da nessuna parte». Il governatore non è da meno: «Sei tu che vuoi farci fuori, Matteo. Se non si vota più, che fretta hai? Puoi ancora salvare la situazione, basta spostare il congresso a settembre: non garantisco per gli altri, ma stai certo che se lo fai io non andrò via».

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Michele Emiliano in un’intervista al Corriere della Sera conferma questo dialogo: il presidente della Puglia evidenzia che in caso di rinvio del congresso a settembre non ci sarà alcuna scissione. Renzi però pare indisponibile a frenare le primarie, anche per i timori di un contraccolpo sulla sua leadership generata dall’atteso passo falso del PD alle amministrative 2017. Nelle parole di Emiliano c’è però un problema politico non piccolo, visto che il presidente della Puglia, almeno a quanto trapela, parla a titolo personale, o quasi. La minoranza del PD che ha come punto di riferimento Bersani sembra ormai intenzionata ad andare via.  Nell’intervista con Tommaso Labate però Emiliano rimarca di aver condiviso la telefonata con Renzi con il presidente toscano Rossi, e con gli esponenti della minoranza bersaniana. Sui giornali di oggi trapela il tentativo di mediazione tentato dai ministri più importanti del Governo Gentiloni: elezioni anticipate a settembre, come vuole Renzi, e congresso dopo questo appuntamento, senza alcuna punizione della minoranza nella distribuzione dei capolista bloccati. Su Facebook Emiliano ha confermato quanto trapelato sui giornali.

Ieri ho detto a Renzi che basterebbe fare una conferenza programmatica a maggio e le primarie congressuali a settembre per ricomporre un clima di rispetto reciproco e salvare il PD.
Adesso che lo abbiamo convinto a sostenere Gentiloni fino alla fine della legislatura senza fargli brutti scherzi, possiamo darci il tempo di riconciliarci e trovare le ragioni per stare ancora insieme. Questo è il lavoro che deve fare il segretario. Rimettere insieme i cocci di anni difficili per ripartire insieme. Senza questo lavoro le distanze politiche tra noi sono troppo grandi e non basterebbe una conta per evitare anche a breve nuovi dissensi e nuovi rischi di conflitto. Diamoci una possibilità.

EPA/TIBERIO BARCHIELL / PALAZZO CHIGI

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