La prima pagina di Libero sulla «patata» rovina di Gianfranco Fini

Libero patata

Libero ha scelto ancora una volta di aprire con una prima pagina altamente discutibile per esporre ai propri lettori una notizia di cronaca giudiziaria che riguarda una donna. Vittorio Feltri, per raccontare l’avviso di garanzia di Gianfranco Fini, utilizza ancora il termine patata come metonimia, diciamo così, per una donna, nello specifico la moglie dell’ex presidente della Camera Elisabetta Tulliani. Fini e Tulliani sono ormai usciti da tempo dall’attenzione dei media, e probabilmente non ci sarà la rilevante polemica mediatica seguita alla prima pagina su Virginia Raggi. Al di là dell’ostinazione per non ammettere un errore, una simile scelta sessista andrebbe evitata per una semplice questione di educazione e rispetto. Nessun giornalista titolerebbe mai su un volatile per descrivere una donna, anche se si spera di non fornire suggerimenti, e andrebbe fatto altrettanto per quanto riguarda l’altro sesso. L’opinione che Vittorio Feltri esprime è legittima – anche se Fini appare abbastanza maturo e cosciente da rovinarsi da solo – però viene sminuita da una terminologia così sciocca.

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