Da «Bastardi islamici» a «pacifesse»: 7 prime pagine di Libero che hanno fatto discutere

Sta facendo molto discutere oggi la prima pagina del quotidiano Libero per il titolo sessista a doppio senso su Virginia Raggi «Patata bollente», un’allusione alla presunta relazione tra la sindaca di Roma e l’ex capo della sua segreteria politica Salvatore Romeo (per la cui nomina la prima cittadina è accusata di abuso d’ufficio).   prima pagina libero

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ALTRE PRIME PAGINE DI LIBERO CHE HANNO SCATENATO POLEMICHE

«La Raggi ha mostrato un debole per un dipendente comunale e gli ha dato l’aumento: meglio il Cav che pagava di tasca propria», si legge oggi sul giornale diretto da Vittorio Feltri. Non è la prima volta che Libero fa discutere per una prima pagina e un titolo estremamente offensivo: 10 luglio 2015. «La metro di Marino uccide un bimbo». A Roma si trasforma in tragedia il guasto ad un ascensore della metro A. Libero ci vede qualcosa di politico, anche. E tira in ballo (davvero non ce n’era bisogno) il criticatissimo sindaco Ignazio Marino.   prima pagina libero   27 agosto 2015. «Ai clandestini i soldi dei disabili». Titolo ad effetto. Effetto facile indignazione. La frase in apertura del quotidiano non riguarda un fatto, ma semplicemente un suggerimento che mette sulla stessa bilancia spesa pubblica per disabili e scuole. Come spiegano solo le pagine interne.   prima pagina libero   6 ottobre 2015. «Undici milioni di balle per liberare le pacifesse». Nel mirino di Libero finiscono Greta e Vanessa, due ragazze italiane rapite in Siria e poi liberate. Per il quotidiano diretto allora da Maurizio Belpietro si trattava di «pacifesse».   prima pagina libero   14 novembre 2015. «Bastardi islamici». Il giorno dopo l’attentato terroristico di Parigi (con attacco anche alla sala concerti Bataclan) Libero tuona: «Bastardi islamici». Una banale semplificazione e generalizzazione che mette sullo stesso piano gli stragisti e i violenti e tutti gli altri membri della comunità islamica.   prima pagina libero   31 maggio 2016. «Arrostiscono una ragazza». Nessuna delicatezza nel titoletto in prima pagina su Libero che annuncia che una 22enne romana, Sara Di Pietrantonio, è stata bruciata viva dal suo ex fidanzato. La frase non è infelice, ma solo disgustosa. «E per gradire nella capitale arrostiscono una ragazza», fa sapere il quotidiano di Feltri.   prima pagina libero   26 agosto 2016. «Vittime del sisma in palestra, profughi in albergo». Un nuovo esempio di propaganda dell’odio. Verso chi? I migranti, ovviamente. Nei giorni della tragedia del terremoto al Centro Italia Libero in prima pagina pubblica una di fianco all’altra due foto: una mostra le popolazioni colpite dalle scosse e l’altra alcuni stranieri. Le didascalie sentenziano: «Vittime del sisma in palestra» e «Profughi in albergo».   prima pagina libero   3 settembre 2016. «Vien voglia anche a noi di sparargli». Il giorno dopo la pubblicazione di una vignetta di Charlie Hebdo ritenuta offensiva nei confronti dei terremotati del Centro Italia (l’immagine di cadaveri sepolti da strati di pasta e la scritta ‘Lasagne’) Libero critica i colleghi nel peggio modo possibile, ricordando l’attacco terroristico alla redazione del giornale satirico francese. Il titolo è (anche stavolta) disgustoso: «Vien voglia anche a noi di sparagli», si legge in prima pagina sul quotidiano.   prima pagina libero 3 settembre 2016   (Foto di copertina: prima pagina di Libero Quotidiano del 14 novembre 2015)

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