San Valentino: c’è possibilità di trovare l’anima gemella?

E’ possibile applicare la fredda logica della matematica (in questo caso della statistica) per districare il complicato rebus della ricerca, con successo si spera, dell’anima gemella. E’ quello che si è domandata Confessioni di una mente cinica, isterica e romantica nel suo articolo, dedicato a tutte quelle che: va bene l’amore, ma affrontiamo la cosa con un po’ di cervello.

Buona lettura

Statistiche speranzose per cuori solitari

Ogni anno, a ridosso di San Valentino, accade una cosa alquanto bizzarra.

Ognuno sente la smania di parlare d’amore. Come se non lo facessimo già tutto l’anno con le nostre amiche.

E siccome l’amore è una faccenda che potrebbe essere semplice, ma viene puntualmente gestita in maniera psycodramatic, non si sa mai come affrontare l’argomento.

E allora via, al parere degli esperti che oltre a esprimere preoccupazione per il freddo assolutamente atipico per l’inverno, a dirti che se esci in t-shirt potresti prenderti il raffreddore e che se te magni due chili di stinco di maiale con cotenna, c’è il rischio di disturbi digestivi, partono con le statistiche sui sentimenti.
Eccolalà.
Due cuori e una parentesi graffa. 
Gli scienziati non potendo più vomitare per il 36esimo anno consecutivo, frasi tipo Sei single? Nessuno ti fila? Stai serena. Arriverà una persona giusta anche per te, con quell’anche finale che sa da ultima sopravvissuta del Titanic, si cimentano in statistiche creative.
E poiché ormai di sapere che il 76% delle donne intelligenti sono sole, e che il 19% delle veline hanno una vita sessuale migliore della nostra, ci provoca incazzature magistrali, loro, i sapientoni, inaugurano algoritmi su come smettere di essere Bridget Jones, come se la donna moderna cercasse un compagno con lo stesso spasmodico desiderio di trovare dei collant contenitivi.
L’ultima teoria ce la infligge la professoressa Hannah Fry, docente in matematica all’University College di Londra, che ha sentito lo straziante bisogno di scrivere un libro (The Mathematics of Love), in cui afferma con una certa serietà, che l’uomo della nostra vita lo incontreremo dopo aver frequentato 5 persone sbagliate.
5.
Cinque.
C-I-N-Q-U-E.
Probabilmente la tenera Hannah vive in una contea del Surrey in cui a parte il panettiere e il postino non c’è molto altro, sennò sta minchiata non si spiega.

 

Facciamo un calcolo.
Il primo bipede sbagliato è quello sfigato che abbiamo baciato alle medie e che con cui abbiamo ballato un lento per cinque minuti prima di capire che avremmo potuto ambire a qualcuno di meglio.
Il secondo è il liceale che scioperava per un mondo migliore, che ci mise le corna con la scafata di quinta A.
Nel terzo potremmo rivedere il compagno di Università che ci dava sicurezza e gran lezioni sul sesso.
Poi è arrivato il Trombamico stronzo. Quello del Non me la sento di impegnarmi, ma continuerei volentieri a metterti a pecora.
E infine LUI. Il faro nella nebbia. Il principe azzurro su bianco destriero. La stella cometa dei Re Magi. Il protagonista della Casa nella Prateria che ci farà dimenticare tutte le relazioni precedenti andate in fumo e ci darà la speranza che la vita sia meravigliosa e finalmente, finalmente, completa.
Ehm. Hannah.
Hannah. Abbi pazienza.
Se le tue elucubrazioni fossero sensate, avrei dovuto sposarmi a 17 anni.
Cinque sono un numero assolutamente ridicolo.
Cinque sono gli psicopatici che ho incontrato solo nell’ultimo anno.
Cinque erano quelli con mi scambiavo teorie sulla 69 a 22 anni.
Cinque sono quelli da cui mi sono eclissata al primo appuntamento. Alzandomi e salutando senza nemmeno aver assaggiato il mio Mojito.
E siamo già a quindici.
Poi mettici quelli che mi sono piaciuti sul serio ma non mi cagavano, quelli che mi amavano e non erano ricambiati, quelli che ho incontrato per una notte, quelli con cui sono uscita per mesi per poi scoprire che erano sposati. I dementi. Gli emotivamente non disponibili. I rissosi. I polemici. Gli arroganti. Gli sfaccendati. Quelli che abusavano di droghe, vino e belle promesse.
Quelli del Ti chiamo domani e sono passati tre anni. Quelli del Sei bellissima ma la tua amica di più.
Quelli da cui sono fuggita, quelli dai quali mi sono negata, quelli che mi erano simpatici come il morbillo la notte di Natale.

Insomma Hannah.

Scrivici di quanto siamo meravigliose anche con un i fianchi larghi, suggeriscici tecniche per conquistare il mondo, pubblica un libro di ricette afrodisiache usando l’algoritmo della vita eterna.
Impegnati, insomma, che qua di sapere quando ci sposeremo non ce ne frega niente.
Vogliamo sapere piuttosto, quando qualcuno si degnerà di amarci come meritiamo, ma per questo un libro non serve a niente.

Serve la pratica. Le bestemmie. La chiarezza di quello che si vuole. E la fiducia.
Scambiando l’ordine degli addendi, il risultato non cambia.

 

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