Legalicum, il problema di costituzionalità della legge elettorale del M5S

02/02/2017 di Andrea Mollica

Beppe Grillo vuole una legge elettorale di dubbia costituzionalità. Il leader del M5S sul blog del M5S ha delineato le caratteristiche principali del Legalicum, la proposta di legge che i parlamentari pentastellati hanno depositato e che è stata calendarizzata per la discussione del 27 febbraio alla Camera dei Deputati. Ecco come Grillo descrive il Legalicum pentastellato.

La proposta prevede di applicare il Legalicum al Senato ossia: premio di maggioranza nazionale al 40% alla lista e non alla coalizione e soglia di sbarramento al 3% per le liste, le ammucchiate non sono previste. Il Legalicum per noi deve essere quello che esce dalla Consulta, perchè è il bollino costituzionale imprescindibile. L’unica cosa che abbiamo eliminato sono i capilista bloccati, una scelta di democrazia su cui nessuno può eccepire. Se i partiti ci mettessero mano la renderebbero incostituzionale.

Il Legalicum è  un tentativo di rispondere alla sollecitazione del presidente Mattarella di avere due sistemi elettorali omogenei, e al contempo un sostanziale rifiuto rispetto all’offerta di Matteo Renzi – che ha proposto di estendere i capilista bloccati anche al Senato – , ma rimane una legge elettorale dal dubbio profilo di costituzionalità. Il problema risiede nell’assegnazione di un premio di maggioranza nazionale per la lista che superi il 40%. L’articolo 57 della Costituzione stabilisce come il Senato della Repubblica sia eletto su base regionale.

Il Senato della Repubblica è eletto a base regionale, salvi i seggi assegnati alla circoscrizione Estero…Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a sette; il Molise ne ha due, la Valle d’Aosta uno…La ripartizione dei seggi tra le Regioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero, previa applicazione delle disposizioni del precedente comma, si effettua in proporzione alla popolazione delle Regioni, quale risulta dall’ultimo censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.

La compatibilità di un premio di maggioranza assegnato su base nazionale – come indicato da Grillo – con l’articolo 57 non è per nulla facile. La legge Calderoli aveva ovviato al problema, dopo i dubbi di costituzionalità sollevati dal presidente Ciampi sul premio di maggioranza assegnato su base nazionale al Senato, distribuendo i bonus per ogni Regione. Una disposizione censurata dalla 1/2014 che aveva sancito l’incostituzionalità di diverse parti del Porcellum. L’assegnazione di un premio di maggioranza nazionale al Senato appare particolarmente complessa da adottare, e non basta certo adottare la disposizione in vigore per la Camera dei Deputati come sostiene Grillo. Anche il Mattarellum prevedeva due sistemi omogenei ma diversi per quanto riguardava Camera dei Deputati e Senato della Repubblica: per la prima il 25% di seggi col proporzionale erano assegnati su base nazionale, per Palazzo Madama invece valeva la distribuzione regionale in rispetto della Costituzione.

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