Wp: Trump valuta la revoca delle tutele per i gay che lavorano alla Casa Bianca

31/01/2017 di Redazione

Continuano ad emergere le divergenze tra nuova e vecchia amministrazione Usa. Il nuovo presidente americano Donald Trump ha licenziato Sally Yates, il ministro della Giustizia reggente, che ha ordinato al Dipartimento di non difendere in tribunale il decreto sull’immigrazione del presidente. Yates «ha tradito il Dipartimento di Giustizia rifiutando di attuare un ordine messo a punto per difendere i cittadini americani», ha fatto sapere la Casa Bianca. Trump ha dunque nominato ministro della Giustizia reggente Dana Boente, procuratore del distretto orientale della Virginia. Boente resterà in carica fino a quando Jeff Sessions, nominato da Trump ministro della Giustizia, non sarà confermato dal Senato.

 

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TRUMP VALUTA REVOCA TUTELE PER I GAY DIPENDENTI DEL GOVERNO FEDERALE

E la Casa Bianca sta valutando la possibilità di annullare le tutele per i gay che lavorano nel governo federale. A riportarlo è il Washington Post citando alcune fonti, secondo le quali una bozza di un potenziale decreto è in circolazione e prevede di cancellare la direttiva dell’ex presidente Barack Obama che vieta le discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere fra i dipendenti federali. Il giornale ha anche precisato che le fonti hanno chiesto l’anonimato visto che ancora non è stata presa una decisione definitiva. La politica sull’argomento è ancora «fluida» ed è non è certo che il presidente alla fine scelga di firmare un decreto che cancelli le garanzie estese a gay, lesbiche, bisessuali e transessuali.

Per quanto riguarda, invece, gli effetti del decreto esecutivo firmato da Trump venerdì scorso che contiene una stretta sull’immigrazione (sospende per tre mesi l’arrivo nel Paese dei cittadini di sette Paesi islamici come Siria, Libia, Iran, Iraq, Somalia, Sudan e Yemen) sono state rilasciate almeno 42 persone tra quelle trattenute all’aeroporto JFK di New York. La notizia del rilascio è stata data dai legali degli immigrati. Gli avvocati del movimento ‘NoBanJFK’ hanno aggiunto di non conoscere invece la situazione di altre due persone trattenute. Inoltre, 9 persone arrivate con un volo ieri mattina sono state anch’esse trattenute e interrogate. I legali hanno precisato che almeno 19 delle persone trattenute allo scalo di New York sono residenti negli Stati Uniti mentre la maggior parte dei trattenuti è iraniana.

Contro l’ordine esecutivo di Trump continuano a schierarsi gruppi industriali americani. È il caso ad esempio di Ford, Coca-Cola e eBay. L’ultimo ad esporsi contro la scelta del nuovo presidente è stato il numero uno di Amazon Jeff Bezos. L’ad del colosso delle vendite online, come riportato dall’Independent, ha detto che la sua società sta esplorando varie opzioni legali per sfidare l’ordine di Trump che vieta gli ingressi da sette Paesi a maggioranza musulmana. «Noi non appoggiamo questo ordine esecutivo», ha detto Bezos spiegando che Amazon ha contattato membri del Congresso per valutare opzioni legislative ed ha preparata una dichiarazione di supporto al procuratore generale dello Stato di Washington che ha deciso di fare causa all’amministrazione.

(Immagine da profilo Facebook di Donald Trump)

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