Il pasticcio della giunta Raggi sul Papa e l’Imu del Vaticano

21/01/2017 di Redazione

La giunta Raggi ha più volte chiesto al Vaticano di pagare l’Imu sui beni ecclesiastici, con entusiastico consenso di Beppe Grillo. Le dichiarazioni dell’assessore Meloni sulla volontà del Papa di pagare la tassa sugli immobili di proprietà della Chiesa hanno però costretto Virginia Raggi a correggere il tiro, per evitare nuove tensioni con le gerarchie ecclesiastiche.

LA GIUNTA RAGGI E L’IMU DELLA CHIESA

Il Vaticano dovrebbe pagare circa 400 milioni di Imu al comune di Roma. Una stima, che calcola il gettito delle centinaia di strutture ecclesiastiche che sono esentati dal pagare l’imposizione sugli immobili nonostante pratichino prezzi non lontano dagli altri operatori per quanto riguarda il vitto e l’alloggio dei turisti. Da molto tempo si discute di questa esenzione garantita alla Chiesa. Virginia Raggi aveva detto più volte in campagna elettorale che si sarebbe impegnata a far pagare l’Imu al Vaticano, ma in realtà senza un intervento normativo a livello nazionale la fine dell’esenzione appare difficile.

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LA GIUNTA RAGGI E IL PASTICCIO CON PAPA FRANCESCO

L’assessore Adriano Meloni ha dichiarato nei giorni scorsi che il Papa si sarebbe reso disponibile a pagare l’Imu della Chiesa dopo l’incontro del sindaco con Francesco. Una affermazione fin troppo esplicita e forzata, che ha suscitato più di una reazione nelle gerarchie ecclesiastiche, come racconta il Fatto Quotidiano di oggi in un pezzo di Andrea Managò, irritate per il coinvolgimento del pontefice. Il sindaco Virginia Raggi ha sostanzialmente smentito tutto quanto detto da Meloni, evidenziando come nessuno possa permettersi di attribuire pensieri al Papa, che parla in autonomia, senza intermediari. Una correzione di linea per evitare un incidente diplomatico col Vaticano.

 

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