Benevento ha 110 milioni di debiti, Mastella chiede il dissesto

03/01/2017 di Donato De Sena

Il Comune guidato da Clemente Mastella è nei guai. Benevento ha 110 milioni di debiti. E ora rischia il default. A rivelare le difficoltà finanziarie del capoluogo di provincia campano è stato proprio il sindaco, insediatosi appena sei mesi fa, nella conferenza stampa di fine anno. «Pensavo che piovesse, ma non così. Anzi, nevica sui conti dell’amministrazione comunale di Benevento», ha dichiarato il primo cittadino lo scorso 30 dicembre parlando ai giornalisti.

 

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DEBITI BENEVENTO, IL SINDACO MASTELLA: «CHIEDIAMO IL DISSESTO»

«Ci siamo insediati sei mesi fa, ed io – ha proseguito Mastella – non percepisco neanche lo stipendio, eppure ci siamo ritrovati con conti disastrati, con oltre 110 milioni di euro di debiti che ieri ci hanno spinto a chiedere il dissesto». «Ma questi debiti – ha chiarito ancora il sindaco di Benevento – non graveranno sui cittadini, già tartassati al massimo». «Stiamo cercando di aprire una nuova strada per questa città. Io non ho bisogno di fare carriera e sono qui per provare a non far naufragare Benevento: stiamo riaccendendo i riflettori sulla città, che era spenta, stiamo riaprendo qualche ponte o strada chiusi da dopo l’alluvione e, a breve, realizzeremo un depuratore».

DEBITI BENEVENTO, STOP A MUTUI E AUMENTO SPESA

Cosa accadrà dunque, nelle prossime settimane? Nella seduta del consiglio comunale in calendario l’11 gennaio, verrà chiesta l’applicazione dello stato di dissesto. Mastella vedrà ridursi sensibilmente i suoi margini di manovra considerando l’impossibilità di far leva su un aumento delle tasse locali. Scrive oggi Claudio Del Frate sul Corriere della Sera:

La legge del 2000 stabilisce che si ha una situazione di dissesto quando un Comune non è più in grado di assolvere ai suoi compiti essenziali oppure quando non riesce a far fronte ai suoi crediti o debiti. Dalla dichiarazione di default il Comune non può più contrarre mutui, non può aumentare spese rispetto all’anno precedente, deve collocare in disponibilità i dipendenti ritenuti eccedenti. Una serie di contratti non può più essere rinovato . Insomma i margini di manovra politica per Mastella e la sua maggioranza si stano riducendo notevolmente.

Clemente Mastella, ex ministro del Lavoro e della Giustizia, il 19 giugno è diventa quindi sindaco di benevento a capo di una coalizione di centrodestra, con il 62,9% dei voti, battendo l’avversario di centrosinistra Raffaele Del Vecchio, vicesindaco durante le precedenti consiliature. Dal 2009 al 2014 era stato eurodeputato per il Pdl.

DEBITI BENEVENTO, LA REPLICA DELL’EX SINDACO PEPE

Dal 2006 a giugno 2016 Benevento è stata amministrata da una giunta di centrosinistra guidata dal sindaco Fausto Pepe. Raggiunto telefonicamente da Giornalettismo, l’ex primo cittadino, spiega: «Mastella fa due errori. Non sono 110 milioni di debiti, ma nella relazione dei revisori si parla di ‘massa passiva’. I 50 milioni di debiti veri che sono menzionati sono quelli che la mia amministrazione ha approvato. Non c’è nulla di nuovo se non gli atti prodotti dalla mia amministrazione. È un errore sul piano formale. Il secondo errore è che si tratta di debiti pregressi, risalenti agli espropri degli anni ’70, ’80 e ’90. Hanno una genesi antecedente al primo dissesto del comune di Benevento del ’93. Non sono riconducibili alla mia amministrazione. Mastella commette due errori gravvissimi, non so se per scelta politica o per altro, se in buonafede o malafede». E durante la sua mministratione la sua situazione debitoria è migliorata o peggiorata? «Durante la mia amministrazione questa situazione debitoria è venuta fuori, l’amministrazione ha tirato fuori debiti che altri hanno celato. E molti degli amministratori che li hanno celati oggi stanno con Mastella, che da quando sta facendo il sindaco non è venuto in consiglio una sola volta ad approvare un milione di euro debiti. Noi abbiamo fatto tutti in maniera esplicita, in atti. Abbiamo tirato fuori il debito e abbiamo scelto una via per recuperarlo, lui ne fa una campagna comunicativa. Dice cose cose che non stanno né in cielo né in terra».

(Immagine: frame da video Facebook)

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