Elezioni Politiche, Orfini: «Al voto anche prima di giugno»

02/01/2017 di Redazione

Le nuove Elezioni Politiche potrebbero tenersi anche prima di giugno. È quanto ha spiegato Matteo Orfini in un’intervista rilasciata a Monica Guerzoni per Il Corriere della Sera. Per il presidente del Partito Democratico il ritorno alle urne è «urgente» e il voto potrebbe essere programmato per la primavera in caso di mancato accordo sulle modifiche alla legge elettorale per il superamento dell’Italiacum (in vigore alla Camera, sul quale la Corte Costituzionale si esprimerà a fine gennaio) e del Consultellum (in vigore al Senato, il Porcellum modificato dalla Consulta)

 

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ELEZIONI POLITICHE, PER ORFINI SI PUÒ VOTARE ANCHE PRIMA DI GIUGNO

Insomma, spiega Orfini, non tutto dipende dal Pd, che non ha la maggioranza assoluta in Parlamento:

Perché Renzi preme per andare alle urne?

 

«Per le riforme abbiamo eccezionalmente accettato di stare al governo assieme a forze a noi alternative, prima Berlusconi e poi Alfano. Fallito il percorso costituente, viene meno la ragione».

 

Davvero Gentiloni non vede il voto come «minaccia»?

 

«È così per tutto il Pd. Non c’è alcuna differenza tra Renzi, Gentiloni e Orfini».

 

Non dobbiamo aspettarci mesi di #Paolostaisereno e cannoneggiamenti dal Nazareno su Palazzo Chigi?

 

«Assolutamente no. Gentiloni ha detto che il suo è un governo di servizio al Paese, ma una volta completato il percorso è giusto restituire la parola ai cittadini. E Mattarella ha segnalato la spinta del Paese verso il voto anticipato».

 

La road map di Renzi è votare a giugno, Politiche e Comunali assieme?

 

«Ci sono due scenari. Se si coglie negli incontri la disponibilità delle altre forze a cambiare l’Italicum, si può iniziare a lavorare nel merito senza aspettare la Consulta. Altrimenti si prende atto della indisponibilità e vengono meno le ragioni per proseguire».

 

Con il secondo scenario si vota anche prima? Aprile?

 

«Se riusciamo a far partire la nostra road map si può votare a giugno con una nuova legge, fermo restando che la data la decide il presidente della Repubblica. Qualora invece gli altri partiti ci lasciassero soli nel tentativo sincero di cambiarla, dovremmo sperare che il doppio Consultellum sia il più possibile omogeneo. Inevitabilmente si voterebbe con i sistemi indicati dalla Corte costituzionale e non certo per responsabilità del Pd».

 

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