«Ti regalo le mie ferie». Il regalo dei colleghi a Michela, mamma di una bimba disabile

21/12/2016 di Redazione

Aveva finito tutti i permessi e assistere la sua piccola Nicole, bimba di sei anni affetta da tetraparesi spastica, era diventato impossibile. Così a Marostica, Vicenza, i colleghi di Michela hanno deciso di farle un regalo: le proprie ferie. Un gesto che si è presto trasformato in una catena solidale in azienda. Un piccolo miracolo di Natale.

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Racconta il Corriere del Veneto:

A ottobre, finalmente, il ritorno nella casetta gialla ma con un problema in più: la piccola ha bisogno di assistenza costante. «Di giorno – spiega Michela – si stanca facilmente. Ma è durante la notte, quando le funzioni muscolari si abbassano ulteriormente, che le complicazioni sono più frequenti. Quando capita, le apparecchiature alle quali è collegata fanno scattare un allarme e Nicole rischia di soffocare. Io e mio marito dobbiamo intervenire, aiutarla a respirare, se occorre anche con un aspiratore che introduciamo dalla gola per liberare le vie aeree».

Mentre parla indica le strumentazioni sparse intorno al divano: tutto è a portata di mano e pronto per essere usato in qualunque momento.
Michela Lorenzin ha 34 anni e da quasi un decennio lavora per la Brenta Pcm, un’industria di Molvena che produce stampi per il settore automobilistico. Fino a qualche mese fa riusciva a incastrare i turni in azienda con l’impegno che comporta l’essere mamma di una bimba che soffre di una grave disabilità degenerativa. Ma ora che Nicole ha bisogno di assistenza continua, le è impossibile tornare al lavoro.
La legge, in questi casi, prevede un congedo di diversi mesi che però, tra un ricovero in ospedale e l’altro, Michela ha già utilizzato quasi del tutto. Così ha chiesto ai superiori di anticipare le ferie per stare accanto alla bambina. Un mese, poco più. «Sono stati comprensivi – racconta – mi hanno sostenuta, proponendomi anche un part-time. Purtroppo ho dovuto rifiutare perché non posso allontanarmi da mia figlia, neppure per poche ore al giorno».

Così, all’improvviso, è arrivata la soluzione…

Era un momento difficile, per questa famiglia di Marostica. Ma come tutte le favole che si rispettino è in questi momenti che arriva l’eroe pronto a sistemare le cose. «Una collega è venuta a trovarmi, mi ha detto che avrebbe voluto fare qualcosa per noi. Ci ha pensato un attimo e poi mi ha detto: “Ti regalo le mie ferie!”. Sono rimasta sorpresa, l’ho ringraziata ma non pensavo fosse possibile…».
Invece, grazie a una norma introdotta dal Jobs Act, si può fare. Grazie a quell’amica, avrebbe potuto trascorrere qualche giorno in più con la sua piccola senza perdere il posto. Ma l’operaia della Brenta Pcm si è spinta molto oltre: è tornata in fabbrica e ne ha parlato con gli altri lavoratori e anche loro hanno voluto contribuire. «A dicembre mi ha telefonato la responsabile del personale dicendomi che tanti colleghi erano disposti ad aiutarmi. Ero contenta, pensavo di poter prorogare le ferie, magari di un paio di settimane… È stata lei ad annunciarmi che, complessivamente, i dipendenti dell’azienda avevano trasferito a mio favore cinque mesi di ferie!».
Un sogno. «Quella per cui lavoro è un’impresa solida, che continua ad assumere: molti dipendenti li conosco soltanto di vista. Eppure hanno saputo fare un gesto di puro altruismo, arrivando a rinunciare, per me, a un po’ del tempo che invece avrebbero potuto trascorrere con le loro famiglie».
Non è finita. Commossa, Michela ha scritto una lettera a chi la stava aiutando. Poche semplici righe per dire quanto prezioso fosse stato per lei quel regalo. Il foglio è stato appeso alla bacheca dell’azienda, in modo che tutti potessero vederlo.
Il giorno dopo, il telefono della casetta gialla è tornato a squillare. «Era di nuovo la responsabile del personale, per comunicarmi che le ferie a mia disposizione sono improvvisamente salite a dieci mesi».

(in copertina foto Photo by Matt Cardy/Getty Images)

 

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