Roberto Speranza lancia la sua candidatura a segretario del PD

14/12/2016 di Redazione

Roberto Speranza ha lanciato la sua candidatura a segretario del Partito Democratico. Durante l’ultima puntata di Politics l’ex presidente dei deputati del PD ha confermato la sua disponibilità a confrontarsi con Matteo Renzi, chiedendo una svolta che non si fermi al partito ma che coinvolga anche il Governo Gentiloni.

ROBERTO SPERANZA SI CANDIDA A SEGRETARIO DEL PD

Roberto Speranza ha dichiarato che il PD non può limitarsi a essere il partito di Renzi. Per questo motivo, l’esponente della minoranza interna legata a Pierluigi Bersani ha annunciato che correrà al congresso, che dovrebbe esser anticipato a fine inverno o a inizio primavera.

Il Partito Democratico, è un grande partito in cui voglio stare. Proporrò un’alternativa col mio volto e col mio nome. Dobbiamo recuperare la bellezza della parola umiltà. Ci sono stati 19 milioni di No, vanno capiti. Serve discontinuità.

Le parole di Roberto Speranza a Politics hanno confermato la candidatura della minoranza PD, di cui si parla da mesi. La corsa del deputato lucano, promosso da Bersani capogruppo democratico alla Camera a inizio legislatura, appare però meno scontata di quanto appaia.

LE REGOLE DEL CONGRESSO PD

La minoranza del PD aveva chiesto con insistenza la convocazione di un congresso anticipato, ma l’accelerazione di Matteo Renzi sulle primarie da svolgere al massimo per l’inizio di marzo ha fatto cambiare opinione al gruppo di Speranza. Come spiegato da Stumpo su diversi giornali di oggi e da un’intervista a Bersani sull’Unità di ieri, la sinistra PD chiede nuove regole. Un congresso riservato ai soli iscritti per scegliere il segretario del PD, e primarie di coalizione per il candidato alla presidenza del Consiglio. Per realizzare questa proposta servirebbero modifiche statutarie difficili da adottare, specie se la maggioranza renziana dirà probabilmente di no. In caso di permanenza delle attuali regole, alle primarie potrebbe correre un altro esponente sostenuto dalla minoranza PD, giudicato più competitivo contro Renzi, come Michele Emiliano.

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