E Denis Verdini si sfila: «Niente voto subito, prima la legge elettorale»

07/12/2016 di Redazione

La sconfitta del Sì al referendum costituzionale del 4 dicembre e l’incertezza sul percorso istituzionale futuro rischiano di scomporre il largo schieramento che negli ultimi mesi ha sostenuto il governo Renzi. Se una parte del Pd spera nella possibilità di tornare subito al voto per elezioni politiche anticipate, Denis Verdini (alleato prezioso di Matteo Renzi per la tenuta al Senato) guarda alla grande coalizione e alla scadenza naturale della legislatura.

 

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DENIS VERDINI E LA GRANDE COALIZIONE

Ieri si è tenuta in via Poli una riunione di Ala alla quale hanno partecipato anche gli ex di Scelta Civica guidati dal viceministro Enrico Zanetti, una pattuglia di 34 parlamentari pronti a rispondere ad una chiamata del Colle. Scrive Repubblica:

Verdini lo dice nel suo discorso introduttivo. «Il risulto del referendum purtroppo è stato schiacciante, sarebbe assurdo andare al voto con una legge elettorale incongrua, noi poi pensiamo che questa legislatura abbia ancora qualcosa da dire e tanto da fare», è stata la linea immaginaria tracciata dall’ex coordinatore forzista, marcando la distanza da Angelino Alfano e dalla prospettiva anche renziana del voto immediato. «La legge elettorale va modificata recependo le indicazioni che darà la Corte Costituzionale il 24 gennaio». Dunque, qualsiasi cantiere potrà essere aperto necessariamente a partire da febbraio. Per la riforma il leader di Ala ha già nel cassetto il suo “Verdinellum”, di impronta proporzionale con qualche spruzzata di collegi per il premio di maggioranza. La conclusione del senatore toscano è stata approvata da tutti : «Noi ci affidiamo al capo dello Stato che troverà la soluzione migliore». I trenta e passa sono insomma già disponibili. Del resto, per dirla col capogruppo Romano via tweet, «il momento è delicato: occorre responsabilità».

Ma Ala pensa anche ad allargare il numero dei suoi rappresentanti alla Camera e al Senato:

La nuova formazione politica ieri si è data struttura di partito. Obiettivo: attrarre nel bacino i parlamentari in uscita dall’Ncd di Alfano. Ormai, sostiene Ignazio Abrignani, «i centristi tutti dovrebbero unirsi per offrire una proposta unitaria».

(Foto di copertina: ANSA / GIORGIO ONORATI)

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