TFF34, I figli della notte. Andrea De Sica “Ho un progetto con zio Christian, nella parte di se stesso”

ANDREA DE SICA I FIGLI DELLA NOTTE INTERVISTA –

Ha un sorriso largo e sereno, Andrea De Sica. Non sembra un regista esordiente che ha portato in uno dei festival più esigenti, il Torino Film Festival, la sua opera prima piuttosto audace, I figli della notte. E’ sicuro di sé, non ha alcun atteggiamento snob ma, allo stesso tempo, non ostenta umiltà.

LEGGI ANCHE: JASMINE TRINCA “ERAVAMO IO, DAVID BOWIE E ELSA…”

Porta con leggerezza un cognome ingombrante, come il nonno usa il genere per fare cinema d’autore, ha messo su un film fatto di tantissime citazioni – dai Goonies a Kubrick, trovate tanto dell’immaginario della sua generazione (ha 34 anni) e del cinema migliore – ma anche di un sottotesto politico sul potere e sull’educazione sentimentale al “riceverlo” davvero potente. E poi non cerca la scorciatoia furba di una dedica a Vittorio, ma la strada maestra di quella a papà Manuel, grande musicista e che gli ha lasciato in eredità la cinefilia (insieme a mamma Tilde Corsi) e una passione per la musica che gli ha fatto scrivere anche la colonna sonora del lungometraggio. “Doveva farla lui, ero geloso. Non volevo che la facessero altri e così, mentre montavo, ho imparato a commorre una soundtrack. Montavo e componevo, una grande esperienza.

Guarda l’intervista esclusiva del regista Andrea De Sica a Giornalettismo:

La sorpresa però arriva alla fine dell’intervista, quando Andrea confessa che “no, zio Christian (De Sica) non potevo metterlo nel cast di questo film. E’ troppo ingombrante, riconoscibile. Sarebbe diventato il suo film”. Ma ne ammira il talento – “adoro il cinepanettone, ricordo ancora la scena della cocaina con Boldi in Anni ’90 parte seconda, ha detto alla collega Ilaria Ravarino – e confessa che sì, a lavorare insieme ci sta lavorando seriamente. “Non in una commedia delle sue però, ho un progetto che spero di fare presto in cui lui non fa uno dei suoi ruoli, ma interpreta se stesso”.

Share this article