Cosa è la tassa sulla morte

18/11/2016 di Redazione

Tassa morte: che significa? Che chi morirà dovrà pagare qualcosa? Di che si parla? La 12esima Commissione permanente “Igiene e sanità” del Senato sta esaminando in questi giorni il ddl sulla “Disciplina delle attività funerarie“. Il testo, che ha come primo firmatario il democratico Stefano Vaccari (Pd), punta a definire i soggetti che possono operare nel settore funebre, riordinando il sistema cimiteriale e combattendo l’evasione fiscale.

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L’IMPORTANZA DELLA DISCIPLINA DELLE ATTIVITA’ FUNERARIE

Si regolarizza tutto: dalla tanatoprassi ai trasporti, dai piani di regolazione cimiteriale alla tumulazione e cremazione. Comprensibile: il settore balza alle cronache per le evasioni fiscali, infiltrazioni della criminalità organizzata e lo sciacallaggio. Il giro d’affari nnel magico mondo delle pompe funebri vale 3 miliardi di euro l’anno. Peccato però che venga fatturato solo il 10%. A gestirlo – come ricorda Radio Popolare – sono poco più di 6mila imprese, quasi tutte a gestione individuale.

tassa morte

L’articolo 21 affronta il tema del trattamento fiscale delle spese funebri e cimiteriali. Cosa succede? Semplicemente si tassano “prevedendo, in coerenza con la direttiva 2006/112/CE del Consiglio del 28 novembre 2006 relativa al sistema comune d’imposta sul valore aggiunto, il superamento dell’attuale esenzione per alcuni servizi ed il loro assoggettamento all’Iva ad aliquota ridotta“. Sarà introdotta l’aliquota Iva laddove non è mai esistita. Le spese funebri (attualmente esenti) sarebbero assoggettabili a Iva con aliquota del 10% ed elevamento della soglia di detrazione dall’Irpef, compensata dalla previsione di forme assicurative specifiche riguardanti l’ambito funebre e dall’estensione della cifra detraibile sulle spese funebri per il 50%.

TRENTA EURO PER UN FUNERALE

Ma attenzione c’è di più ed è qui che entra in pratica la “tassazione” spiegata dallo studio legale Castaldi qualche giorno fa. Sta nell’articolo 12 dedicato a vigilanza e sanzioni:

Gli oneri per la vigilanza e il controllo sono coperti da risorse proprie delle aziende sanitarie locali, dai proventi derivanti dal sistema sanzionatorio e da un contributo fisso da corrispondersi per ogni funerale, pari a trenta euro, rivalutati ogni anno in base al tasso di rivalutazione monetaria rispetto all’anno precedente, elaborato dall’ISTAT da corrispondersi mensilmente a cura del mandatario del funerale.

Il comune – spiega il ddl – dovrà destinare una quota del gettito annuale della TASI, “non inferiore al 20 per cento” in presenza nel suo territorio di cimitero avente caratteristiche monumentali.

(in copertina foto TASSO MARCELO/AFP/Getty Images)

 

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