Appalti truccati al San Camillo di Roma, sistema di corruzione «a piramide»: 10 arresti

03/11/2016 di Redazione

In carcere con l’accusa di aver truccato appalti dell’ospedale San Camillo-Forlanini di Roma. I Carabinieri della Compagnia Trastevere nella notte hanno arrestato, in esecuzione di un’ordinanza emessa dal gip su richiesta della Procura, dieci persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di corruzione, turbata libertà degli incanti, estorsione, falsità materiale in atti pubblici, peculato, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. L’indagine dei militari ha portato alla luce l’esistenza di un fenomeno criminale all’interno dell’azienda ospedaliera che ha visto coinvolti complessivamente 26 indagati.

APPALTI TRUCCATI AL SAN CAMILLO, I LAVORI SOTTO ACCUSA

In particolare, è stata dimostrata la previsione a latere di un appalto di manutenzione, una serie di ulteriori servizi definiti fittiziamente come ‘complementari’ e risultati essere in realtà delle duplicazioni di prestazioni già eseguite. L’indagine dei Carabinieri si è concentrata anche su due appalti relativi all’attuale Giubileo della Misericordia, riguardanti il progetto per la ristrutturazione del Pronto Soccorso e la successiva realizzazione di nuovi posti letto per la Terapia Intensiva, nonché sulla ristrutturazione del Padiglione Lancisi. I militari hanno anche eseguito il sequestro preventivo di tre immobili per un valore di oltre un milione di euro e delle quote societarie delle tre imprese coinvolte ,per un valore di circa 250mila euro. Ordinato, poi, anche il sequestro dei modelli organizzativi a carico di una delle società coinvolte.

 

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APPALTI TRUCCATI AL SAN CAMILLO, GLI ARRESTATI

La figura apicale nell’inchiesta della procura di Roma sugli appalti è Alessandro Agneni, architetto, già direttore della unità di ingegneria dell’ospedale. Il dirigente è finito in carcere insieme con Daniele Saccà, geometra e amministratore della Stim srl, società riconducibile ad Agneni. Il gip ha inoltre disposto gli arresti domiciliari per Ferdinando Lombardi e Marco Tassinari, rispettivamente amministratore unico e direttore tecnico della società Mtc, Giovanni Trani, dipendente della Stim, Walter Salemme, responsabile della Gs Italy e dipendente della Stim, Rita Aurigemma e Claudio Galli, dipendenti della società Cofely, Monica Cerchiaro, dipendente della Stim, e Alberto Cantore. Tra gli episodi contestati un’appropriazione di 145mila euro attribuita ad Agneni (accusa di peculato), una corruzione di 65mila euro legata ad appalto da 62 milioni, una turbativa d’asta per appalti del Giubileo del valore di 1,3 milioni, una truffa da 2,5 milioni per lavori non eseguiti. Tra i 26 indagati dalla Procura figurano Elisabetta Longo, ex direttore della centrale acquisiti della Regione Lazio già coinvolta nell’inchiesta su Mafia Capitale (per lei è stata chiesta l’archiviazione), e Alessandro Filabozzi, manager del consorzio CCC.

APPALTI TRUCCATI AL SAN CAMILLO, LE INTERCETTAZIONI: «SISTEMA A PIRAMIDE»

Un’idea chiara del ruolo apicale ricoperto da Agneni emerge dalle intervettazioni diffuse di carabinieri. «Se c’hai la mentalità di fare l’artigiano, ritorna a fare l’artista ma se vuoi fare l’imprenditore me devi da retta…», è una delle frasi pronunciate dall’architetto per descrivere il sistema piramidale del quale era il vertice. La sua affermazione risale al 22 luglio 2015, durante un colloquio con Giovanni Trani, detto ‘Ivan’, finito ai domiciliari. Nell’ordinanza di custodia cautelare il gip precisa che «nel prosieguo della conversazione l’architetto allude a un sistema a forma di piramide che andava necessariamente adottato al fine di controllare tutte le commesse, non solo quelle del San Camillo». «Facciamo sto tipo di organizzazione – aggiunge Agneni nella conversazione con Trani intercettata – quindi gli operai fanno riferimento a voi, voi fate riferimento a me, e io faccio riferimento a ‘Daniele’ (Sacca’, ndr), così a piramide. Per voi va bene, diciamo che questa è l’impostazione ‘Ivan’». Agneni poi aggiunge: «Però ecco ‘Ivan’ bisogna costruì una matrice per il controllo delle commesse e diciamo che lui, alla fine, gli portò tutte le settimane il controllo della matrice di tutti i soldi che ho messo, quello dell’avanzamento dei lavori, con il personale impiegato con i costi di gestione insomma, la solita insomma procedura di controllo».

APPALTI TRUCCATI AL SAN CAMILLO, IL DG: «L’OSPEDALE È PARTE LESA»

Il direttore generale del San Camillo-Forlanini, Fabrizio D’Alba, ha commentato la notizia dell’indagine ed arresti affermando che l’ospedale «risulta essere parte lesa dai comportamenti dei responsabili dei reati». «Sui temi evidenziati dagli inquirenti – ha dichiarato – l’Azienda nella persona del Direttore Generale pro tempore Antonio D’Urso, aveva riscontrato alcune irregolarità nell’ambito dei procedimenti amministrativi di affidamento degli appalti e segnalato il tutto all’autorità competente dando in questo modo fattivo contributo alle indagini». «L’Azienda – ha detto ancora il dg – aveva avviato tutte le procedure interne nei confronti del dipendente ‘Direttore della struttura tecnica’ arrivando già a inizio del 2016 al licenziamento dello stesso».

(Foto da archivio Ansa)

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