Emis Killa istiga al femminicidio con il pezzo 3 messaggi in segreteria? “Nelle canzoni racconto la realtà”

EMIS KILLA FEMMINICIDIO –

Al primo ascolto rimani sconvolto dalle parole di Emis Killa.

3 messaggi in segreteria non è certo Maracanà, usato come sigla jingle da Sky per il mondiale brasiliano del 2014. Il rapper qui ci va giù pesantissimo, raccontando un amore malato e assassino, dalla parte del femminicida. Una scelta controversa e coraggiosa, estrema, che, appunto, al primo ascolto distratto può far pensare a un “Bella stronza” di Masini più estremo, maschilista, quasi giustificazionista. Tanto da scatenare reazioni contrastanti sui social.

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Gia nelle prime strofe, è chiarissimo.

So che sei in casa però non rispondi
Finestre chiuse tu lì che mi ascolti
Io con le idee confuse, tu che confondi
Tutte le mie scuse per stalking

Si prosegue, nell’ossessione del protagonista della canzone, a cui non nega empatia

Ennesimo messaggio dopo il bip
Ho provato a contattarti mercoledì
Perché ho un amico che ti ha vista in centro
Che parlavi con uno e io non ci sto dentro

E poi ecco la frase che ha fatto dire, ad esempio, al Centro Antiviolenza di Lanzino che “il pezzo di Emis Killa è disgustoso e istiga alla violenza delle donne

Lo so sono egoista, un bastardo, ma preferisco saperti morta che con un altro

E alla fine, le parole che fanno sudare freddo.

Ultimamente ciò pensieri scuri

Non credo a niente è inutile che giuri
Ieri era il mio compleanno lo sanno anche i muri
Io ti aspettavo, tu nemmeno mi hai fatto gli auguri
Eri stata avvertita, ricordi quegli scleri
Io te l’avevo detto vengono i problemi seri
E ora hai paura perché tutti quei brutti pensieri
Da qualche giorno hanno iniziato a diventare veri
E adesso guido verso casa tua che vivi a Monza
Pieno di cattive idee dettate da una sbronza
Volevo abbassare le armi ora dovrò spararti
Non mi dire di calmarmi, è tardi stronza
Fanculo al senso di colpa, non ci saranno sbocchi
Voglio vedere la vita fuggire dai tuoi occhi
Io ci ho provato e tu mi hai detto no
E ora con quella cornetta ti ci strozzerò

Non ci piace la musica di Emis Killa, siamo sinceri. Ma negargli la volontà di mostrare con un linguaggio crudo e vero l’orrore, indagando nel lato oscuro della coppia, per metterci davanti a cosa accade nella mente malata di un uomo che nasconde la ferocia di un omicidio dietro un sentimento nobile come l’amore, l’ossessione dietro il sentimento. E’ un carnefice, il protagonista del pezzo del rapper, che uccide per amore di se stesso, per orgoglio. Un animale, una bestia. E forse ci dà fastidio che il cantante ce lo mostri così normale, possibile. Come nella realtà è: quanti, fino all’omicidio, erano “bravi ragazzi” e “salutavano sempre” per vicini, parenti, persino genitori delle loro fidanzate trucidate? Probabilmente non sopportiamo che ci racconti la banalità del male. Ed è quello che sulla sua pagina Facebook, ribadisce lui stesso con forza. E poi qual è la novità? Il rap non è forza il politicamente scorretto in musica, quello che non vorreste sapere o sentire sbattuto in faccia senza mezzi termini? O siete di quelli che volevano censurare pure Fabri Fibra?

Le polemiche però si sono levate così alte che il rapper ha sentito l’esigenza, sui social, di spiegare la sua posizione.

Emis Killa istiga al femminicidio?
Ora che ho la vostra attenzione leggete le righe che seguono.
In questi giorni sta andando tutto bene, gli instore procedono e il disco sta piacendo molto, però sta succedendo anche altro.
Si parla di “3 messaggi in segreteria” , e certi lo fanno come se istigasse alla violenza sulle donne.
In questa canzone racconto di un ragazzo che perde la testa per la ex fidanzata e decide di ammazzarla. Lo racconto dal punto di vista, malato, di chi ammazza.
E’ il mio modo per sensibilizzare e denunciare il femminicidio.
Ho scelto un metodo brusco, diretto, cattivo, e soprattutto in prima persona, perché so che è il più efficace e mi appartiene, e infatti si sta alzando un polverone, che è quello che mi aspettavo, per poter porre l’attenzione su uno degli aspetti più brutti di questa società.
Come artista è mio privilegio e mio compito raccontare storie e far pensare chi mi ascolta.
Quando creo canzoni creo mondi, a volte colorati, a volte crudi. Nelle canzoni racconto la realtà, che a volte è orribile, a volte è sbagliata, ma mai possiamo far finta che non esista.
Ho corso di proposito il rischio di essere frainteso perché il mio richiamo alla riflessione e alla consapevolezza non passasse inosservato, e l’ho fatto coi modi e le parole che sono mie.
Nella conferenza stampa di presentazione l’avevo spiegato ai giornalisti e il senso e lo spirito del mio pezzo era stato ben compreso.
Spero che un brano così forte spinga soprattutto i più giovani e chi ignora questi fatti a farsi due domande e a non ignorarli.
Non temo assolutamente che qualcuno pensi ad emulare il personaggio che interpreto, sarebbe come temere che chi legge gialli poi diventasse un serial killer.
Amo e rispetto l’universo femminile a cui credo di aver dedicato belle parole nel corso della mia discografia; ci sta che qualcuno abbia frainteso lo spirito del brano, ma a volte una nota stonata spicca più delle altre in mezzo all’armonia.
Un saluto a tutti.
Emis Killa

(Photocredit twitter e Emis Killa official Facebook)

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