Figli di immigrati, l’appello ai senatori: «Cambiateci la vita, siamo senza cittadinanza»

12/10/2016 di Redazione

Siamo «italiani senza cittadinanza». «Cambiateci la vita». È l’appello che decine di ragazzi figli di stranieri, nati in Italia o arrivati da piccoli, stanno rivolgendo a senatrici e senatori della Repubblica per chiedere l’approvazione della nuova legge sulla cittadinanza, già approvata alla Camera dei Deputati e ferma a Palazzo Madama.

FIGLI DI IMMIGRATI, APPELLO AI SENATORI PER LA LEGGE SULLA CITTADINANZA

L’invito dei ragazzi ad accelerare l’iter (sul testo pesano anche 7mila emendamenti) è arrivato con delle cartoline e delle loro foto da bambini tra i banchi di scuola (accompagnate dall’hashtag #italianisenzacittadinanza). Sono previste anche manifestazioni in piazza. Lo racconta Chiara Righetti su Repubblica:

Il 13 ottobre 2015 (con 310 voti favorevoli, il no della Lega e l’astensione dei 5 Stelle), la Camera dava il via libera alla riforma che consente ai figli di immigrati nati o cresciuti qui di diventare italiani. Da allora il testo giace nei cassetti del Senato e sul suo futuro già pesano oltre 7mila emendamenti. Per questo domani, a un anno esatto da quello storico sì, gli “italiani senza cittadinanza” scenderanno in piazza al Pantheon e davanti alle prefetture di molte città, da Padova a Palermo, da Bologna a Napoli. Con un lenzuolo bianco per testimoniare che “ci sentiamo cittadini invisibili in uno Stato che non ci riconosce”. “Siamo italiani, con una particolarità: non abbiamo un documento che lo dimostri – scrivono ai senatori – Abbiamo frequentato la scuola con i vostri figli o nipoti; abbiamo gli stessi sogni, le stesse idee, le stesse aspirazioni”.

 

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FIGLI DI IMMIGRATI, ULTIMA LEGGE SULLA CITTADINANZA NEL 1992

I ragazzi raccontano che è triste non poter votare nel proprio Paese, e non vedere riconosciuti i propri diritti pur essendo italiani a tutti gli effetti. Continua Righetti su Repubblica:

“È triste non poter votare al referendum”, confessa Mohamed Rmaily, trevigiano da 23 dei suoi 25 anni, laureando in Legge a Padova. “A chi mi chiede perché voglio diventare italiano, rispondo: perché lo sono. Me ne accorgo all’estero, quando mi ribello agli stereotipi sul nostro Paese, e vorrei ribattere: non siamo solo pizza e mandolino”. Le foto che hanno scelto sono un condensato del Belpaese. C’è Younes in posa con il compagno di banco al porto di Napoli; Pablo in prima fila alla recita di Natale; Chouaib, fiero con la sua divisa dell’alberghiero. Scrive Arber Agalliu, San Giovanni Valdarno: “Mi sono dilettato a cucinare lasagne, seguire il calcio la domenica, parlare gesticolando, imprecare alla guida, bere il caffè al bancone. Ora è tempo che l’Italia mi permetta di votare e partecipare ai concorsi come i miei compagni di classe”.

L’ultima legge sulla cittadinanza in Italia è stata approvata al ’92. I figli di immigrati sono più di un milione e tre su quattro sono nati nel nostro Paese.

(Foto: ANSA / ALESSANDRO DI MEO)

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