Ram Lubhaya: la vera storia dell’indiano che «tentò» di rapire la bambina sul lungomare di Ragusa

Vi ricordate la storia di Ram Lubhaya, l’indiano accusato di aver tentato di rapire una bimba di 5 anni il 16 agosto a Ragusa? Vi ricordate l’indignazione sui social perché fu lasciato a piede libero, ignorando le vere ragioni espresse dalla Procura? E vi ricordate l’abile mossa del nostro ministro degli interni Angelino Alfano che si vantò dell’espulsione di Lubhaya dall’Italia questo settembre? Ebbene, Ram non avrebbe tentato di rapire nessuna bambina. Si è chiusa con una sentenza di non luogo a procedere la vicenda giudiziaria che lo riguardava. A deciderlo in queste ore è stato il Gip del Tribunale di Ragusa.

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LA STORIA DI RAM LUBHAYA, L’INDIANO DI RAGUSA

Probabilmente Ram, da espulso, difficilmente verrà a conoscenza del fatto non c’è nemmeno bisogno del processo. Eppure lui, 43 anni, fu accusato di aver tentato di rapire una bimba di 5 anni, il 16 agosto scorso, quando sul lungomare di Scoglitti fu fermato dai carabinieri e successivamente espulso dal Paese in quanto irregolare da 10 anni. La sua difesa, rappresentata dall’avvocato Biagio Marco Giudice, ha commentato: «Resta solo il rammarico di non potere informare il signor Lubhaya – che si è sempre dichiarato innocente – sarà difficile per lui sapere che non si è proceduto nei suoi confronti». Quando l’indiano fu scarcerato poche ore dopo il gesto si scatenarono una serie di polemiche che portarono poi all’invio di ispettori in Procura sotto indicazione del ministro della Giustizia Andrea Orlando. Fu messa sotto accusa il magistrato che lo lasciò a piede libero, Giuia Bisello. Quest’ultima ricevette critiche talmente forti da far schierare i magistrati della Sottosezione di Ragusa della Anm dalla parte della collega. Nemmeno un mese fa Alfano si vantò di aver espulso il cittadino indiano:

“L’Italia  conosce i principi dell’accoglienza per chi fugge da guerre e persecuzioni, ma è soprattutto un Paese che fa rispettare le proprie leggi e le proprie regole e chi non le rispetta o si dimostra ostile ai nostri principi, lo espelliamo. Abbiamo ritenuto, dunque, necessaria questa espulsione perché questo cittadino indiano ha leso la pacifica convivenza della nostra società. Soggetti che si rendono responsabili di simili comportamenti sono arrestati o espulsi dal nostro territorio”

Alfano ci aveva visto lungo. Forse però dalla parte sbagliata.

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