Pensioni, accordo governo-sindacati: dall’Ape alla quattordicesima, ecco tutte le novità

29/09/2016 di Redazione

Ieri è stato raggiunto l’accordo tra governo e sindacati sulle pensoni. Alla previdenza verranno destinati 6 miliardi di euro in tre anni. La metà delle risorse servirà per favorire l’uscita flessibile dal mercato del lavoro (attraverso un anticipo pensionistico o Ape, sconti contributivi per lavoro precoce e usurante). L’altra metà per sostenere le pensioni più basse (attraverso quattordicesima e no tax area). Ecco tutte le principali novità.

PENSIONI, ANTICIPO PENSIONISTICO O APE

L’anticipo pensionistico per consentire ai lavoratori di anticipare l’uscita dal mondo del lavoro è l’unico punto della trattativa tra governo e sindacati rimasto ancora aperto. Manca infatti un accordo sulla soglia per l’Ape gratuita, fissata dall’esecutivo a 1.300 euro lordi, un livello che le parti sociali ritengono troppo basso. Proprio intorno alla soglia ruoteranno i prossimi incontri tecnici. Si tratta di un intervento che potrebbe non ottenere particolare successo, considerando che molti lavoratori potrebbero essere scoraggiati di ricorrere ad un prestito che fa scattare una decurtazione per vent’anni fino ad un quarto o di un quinto del proprio assegno. La decurtazione sarà ovviamente minore per chi decide di lasciare un solo anno prima.

PENSIONI, ASSEGNO INTEGRATIVO

L’accordo tra governo e sindacato sulle pensioni prevede anche un utilizzo più flessibile della previdenza complementare. Chi richiederà l’anticipo pensionistico Ape potrà affiancarlo all’anticipo della pensione integrativa. Il meccanismo è stato denominato Rita (Rendita integrativa temporanea anticipata) e sarà agevolato da una tassazione più bassa di quella in vigore oggi, che il governo Renzi ha comunque alzato al 20%. L’anticipo della pensione complementare dovrebbe rendere meno gravosa la rata dell’Ape da restituire.

 

LEGGI ANCHE: Def, Renzi: «Nel 2017 giù il deficit e pil all’1%. Più soldi per la sanità»

 

PENSIONI, RICONGIUNZIONI

Insieme ad Ape (Anticipo pensionistico) e Rita (Rendita integrativa temporanea anticipata) l’accordo governo-sindacati prevede anche norme per favorire la flessibilità in uscita. Sono previste ad esempio le ricongiunzioni gratuite per chi ha versato in gestioni pensionistiche diverse, anche quella separata. Tutti i contributi potranno essere cumulati senza costi. Sono inculusi i periodi di riscatto della laurea. Verrà incassato un unico assegno pensionistico, calcolato con le regole di ciascuna pensione.

PENSIONI, LAVORATORI PRECOCI

I lavoratori precoci vengono definiti come coloro che hanno almeno 12 mesi di contributi prima dei 19 anni. Per loro vengono eliminate le penalizzazioni previste dalla legge Fornero in caso di pensionamento anticipato prima dei 62 anni. Inoltre i lavoratori precoci potranno ritirarsi con un anno in meno rispetto alle regole attuali (41 anni) se svantaggiati (senza ammortizzatori sociali, disabili, occupati in attività gravose).

PENSIONI, LAVORI USURANTI

Per quanto riguarda i lavori usuranti, in accordo con i sindacati è stato allargato il loro bacino. Viene poi previsto un anticipo di pensionamento di 12 o 18 mesi. Bisognerà aver aver svolto un lavoro usurante per 7 degli ultimi 10 anni, oppure per la metà degli anni lavorati.

PENSIONE, QUATTORDICESIMA

Arriva la quattordicesima per altri 1,2 milioni di pensionati, coloro che hanno un reddito fino a due volte il trattamento minimo Inps, circa 1000 euro mensili. Attualmente il limite è a 750 euro. Ma la novità riguarda anche quei 2,1 milioni di pensionati che la quattordicesima la ricevono già. Complessivamente, dunque, 3,3 milioni di pensionati. Gli assegni attuali, erogati in un’unica soluzione a luglio e divisi in tre fasce in base agli anni di contributi, cresceranno mediamente di poco più di 100 euro. Ad esempio quello da 336 euro (almeno 15 anni di contributi) passerà a 446 euro. Quello da 420 euro (almeno 25 anni di contributi) arriverà a 546 euro. Il terzo ed ultimo, da 504 euro (più di 25 anni di contributi), salirà a 655 euro.

PENSIONI, NO TAX AREA

Inoltre, la no tax area: per sostenere le pensioni basse viene alzata a 8.125 euro la soglia al di sotto della quale non si pagano le tasse, ma non per tutti, solo per coloro che hanno più di 74 anni e reddito fino a 55mila euro. Si tratta di un meccanismo simile a quello in vigore per i lavoratori dipendenti, con una no tax area fino a quota 8.125 euro e una detrazione che si riduce fino ad azzerarsi a quota 55mila euro. Per quanto riguarda invece gli under 75 la no tax area si ferma a 7.750 euro fino ai 15mila euro di reddito e 7.500 per chi ha un reddito superiore a quella soglia.

(Foto di copertina: ANSA / GIORGIO ONORATI)

Share this article