L’Europa ha paura di perdere il «suo ribelle» Renzi

28/09/2016 di Andrea Mollica

L’Unione europea non ama Matteo Renzi, ma non vuole perdere il suo «ribelle preferito». Un’analisi di Reuters, che si è basata sulla raccolta di opinioni tra funzionari e politici di rilievo di Bruxelles, Berlino e Parigi, evidenzia i timori dell’Ue e dei suoi due Stati guida, Germania e Francia, di veder precipitare ancora una volta l’Italia nell’instabilità.

MATTEO RENZI UNIONE EUROPEA E IL REFERENDUM COSTITUZIONALE

Alle ore 23 del 4 dicembre ci saranno molti non italiani interessati all’esito del referendum costituzionale. La fine del bicameralismo perfetto o la revisione del Titolo V sono argomenti che interessano meno all’Europa rispetto al destino del governo Renzi. Il presidente del Consiglio ha legato la sua permanenza a Palazzo Chigi alla vittoria del sì al Ddl Boschi, e il successo è sempre più incerto, come rilevano i sondaggi. Come spiega Reuters, che ha parlato con dirigenti e legislatori dell’UE e dei suoi Stati più importanti

Non c’è grande preoccupazione perché la sconfitta referendaria accenda una crisi politica o economica in Italia. C’è però una preoccupazione che possa ridurre le speranze di ravvivare la crescita, così come ostacolare un legame più dinamico con Parigi e Berlino per rafforzare l’UE dopo la Brexit…Un diplomatico francese di alto livello rimarca come se non ce la farà Renzi sarà indebolito, anche rimanendo presidente del Consiglio. Ci sarà paralisi istituzionale e nuova incertezza sulle riforme in Italia.

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MATTEO RENZI, IL RIBELLE DELL’UNIONE EUROPEA

Reuters rimarca che per il momento l’Ue non abbia particolare paura del Movimento 5 Stelle, giudicato come lontano dall’arrivare al potere, almeno per ora. All’interno delle cancellerie europee Renzi non è amato, anche per critiche a Bruxelles o Paesi come la Germania e la Francia giudicata come eccessive. Reuters però sottolinea come anche Angela Merkel lo giudichi come il miglior alleato possibile in Italia, e i suoi eccessi verbali siano giustificati alla luce della battaglia referendaria. Lo sguardo complessivamente positivo verso il presidente del Consiglio non consente però alla cancelliera tedesca così come al presidente francese di concedere favori eccessivi all’alleato di Roma. Angela Merkel appare sempre più indebolita in vista delle federali del 2017, e non è disposta a modificare la politica economica dell’UE anche per non perdere ulteriori voti verso la destra nazionalista di Alternativa per la Germania.

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