Le imprecisioni di Marco Travaglio nel confronto con Renzi a Otto e mezzo

23/09/2016 di Redazione

Marco Travaglio è stato piuttosto impreciso nel confronto con Matteo Renzi andato in onda ieri sera su La7, nella trasmissione Otto e mezzo condotta da Lilli Gruber. Al netto di legittime opinioni differenti dal presidente del Consiglio, in diverse occasioni il direttore del Fatto Quotidiano ha affermato dati di fatto non corrispondenti al vero.

MARCO TRAVAGLIO CONTRO MATTEO RENZI A OTTO E MEZZO IMPRECISO SUL JOBS ACT

Marco Travaglio è stato particolarmente impreciso per quanto riguarda i dati sul lavoro e sulla politica economica del governo. Pur affermando il vero su cosa sia la flessibilità chiesta all’Europa, ovvero la creazione di nuovi debiti, il direttore del Fatto ha parlato di crescita zero. Questa espressione indica una stagnazione non corrispondente alla dinamica dell’economia italiana, cresciuta poco sotto l’1% nel 2015 e che probabilmente andrà in modo simile nel 2016. Se questa definizione si può magari accettare come forzata, per quanto imprecisa, sui dati del lavoro invece Travaglio ha detto cose false. Il direttore del Fatto ha rimarcato come nel 2014 sia stata creato più occupazione che nel 2015, 219 mila occupati in più contro 138 mila. Secondo i dati definitivi di Istat nel 2014 sono stati rilevati 88 mila occupati in più, mentre nel 2015 sono stati 186 mila in più rispetto all’anno precedente.

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TRAVAGLIO E GLI ERRORI SULLA RIFORMA COSTITUZIONALE DI MATTEO RENZI

Diverse altre affermazioni sul Jobs Act sono assai discutibili, come l’indicazione di 13 miliardi per gli incentivi alla decontribuzione, o il fatto che il contratto a tutele crescenti non sia un contratto a tempo indeterminato. Diverse imprecisioni sono state state affermate anche per quanto riguarda la revisione costituzionale. Travaglio afferma che l’articolo 70 introdurrebbe 13, 8, 0 10 procedimenti legislativi. In realtà, per quanto si possa anche condividere la critica stilistica sulla scarsa chiarezza del testo, i procedimenti legislativi indicati, suddivisi per tipi e non per materie, sono fondamentalmente quattro. Agli altri numeri si arriva grazie all’aggiunta di decreti leggi o decreti legislativi, ma ciò vale anche per l’attuale procedimento normativo. Travaglio sbaglia anche quando dice che con l’articolo 70 ora in vigore ci siano due procedimenti legislativi: in realtà l’ordinario è uno, l’approvazione di un testo identico da parte di Camera e Senato. Ex articolo 138 una revisione costituzionale va approvata in seconda lettura con maggioranza assoluta, ma sempre con il medesimo procedimento legislativo, un testo identico approvato a Camera come a Senato.

MARCO TRAVAGLIO E IL SENATO NON ELETTO

Sul carattere non elettivo del Senato Travaglio afferma una fatto per il momento incerto. Al momento non è ancora disciplinata l’elezione dei nuovi senatori, che potrà essere indiretta o diretta. La riforma, e questa è una critica legittima, non è stata chiara anche per mantenere l’eliminazione dell’indennità per i futuri senatori: il nuovo articolo 57 indica come 95 componenti del Senato delle autonomie saranno eletti sì dai consiglieri regionali, ma in conformità alle scelte espresse dagli elettori.  Nota  di merito a Travaglio per aver spiegato in modo corretto il funzionamento del Bundesrat, a differenza di Renzi, mentre sul fatto che permanga la navetta delle norme tra Camera e Senato il direttore del Fatto forza fino all’inverosimile. Il Senato delle autonomie voterà come la Camera solo su revisioni costituzionali e poco altro, mentre eventuali sue modifiche ai progetti di legge potranno essere facilmente superate dalla Camera. Infine, è sbagliato affermare che se vincerà la riforma sarà in vigore per 30 anni. Ex articolo 138 si può rivedere la Costituzione con la maggioranza assoluta, e con l’Italicum attualmente in vigore ciò sarà relativamente facile.

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