WhatsApp, Facebook, Skype, YouTube… quanto ci fanno risparmiare ogni anno?

Vi siete mai chiesti quanto risparmiamo utilizzando i servizi gratuiti digitali attraverso dispositivi come smartphone, tablet, pc, notebook, smart tv? Avete mai pensato a quanti soldi evitiamo di sborsare grazie ad applicazioni per comunicare come WhatsApp, Skype, Facebook, ed altre app o piattaforme per giocare, ascoltare musica, vedere film, leggere news?

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Una risposta a questo interrogativo si trova nel rapporto Coop 2016  pubblicato pochi giorni fa (curato da Albino Russo, responsabile dell’Ufficio Studi Ancc-Coop, e realizzato con la collaborazione scientifica di REF Ricerche e il supporto d’analisi di Nielsen e Coop Italia), una dettagliata analisi di come cambiano di anno in anno bisogni e consumi nel nostro Paese. Ebbene, dal rapporto emerge che grazie alla rete e alle tecnologie digitali (precisamente grazie al consumo ‘free’) ogni famiglia riesce a risparmiare mediamente ogni 12 mesi ben 1.400 euro (circa 600 euro a persona).

BOOM DELLE APP GRATUITE: RISPARMIO DA 1.400 EURO A FAMIGLIA

Il rapporto Coop 2016 riporta diversi esempi di come Internet e la tecnologia abbiano aperto nuove possibilità di risparmio. Gli esperti ricordano che le console per videogiochi, un prodotto di grande successo negli anni ’90 e a metà anni 2000, hanno visto erodere sensibilmente la propria quota di mercato in favore di app per smartphone e tablet, caratterizzate da un catalogo che sembra infinito e dalla rapidità e semplicità di utilizzo e di aggiornamento. I lettori di quotidiani hanno destinato negli anni sempre maggiore interesse ai blog e ai siti di informazione. Chi cerca di formarsi invece ha preferito sempre più un tutorial su YouTube al tradizionale corso con insegnante. L’organizzazione dei viaggi si è spostata ormai quasi integralmente in Rete, rendendo meno frequente la mediazione di un’agenzia. Stesse dinamiche anche per quanto concerne la fotografia: ormai solo gli appassionati frequentano gli studi fotografici e sono disposti a pagare per la stampa di un’immagine. Si preferisce visionare i ricordi su un pc o uno smartphone, o più semplicemente sulle bacheche dei social network. Ma la rivoluzione ha riguardato anche le richieste di informazioni stradali. Il costoso navigatore satellitare è stato sostituito da app gratuite (è il caso di Google Maps). Mentre i libri con la lista dei migliori ristoranti e hotel sono stati archiviati dalle piattaforme di prenotazioni o recensioni (come Booking e Tripadvisor). Sommando il valore di tutto ciò si arriva al conto finale:

Ma quanto vale il consumo “free” degli italiani? Ipotizzando un utilizzo medio in termini di frequenza di passaggi nelle sale cinematografiche, numero di quotidiani letti, musica acquistata, eccetera, è possibile quantificare una area del “consumo gratuito” che per persona può arrivare a valere circa 600 euro l’anno (circa 1.400 euro per una famiglia). La rete e le tecnologie digitali hanno dissolto circa il 2% della spesa, ovvero la bella cifra di 20 miliardi di euro.

I 1.400 euro potenzialmente risparmiabili grazie ai consumi ‘free’ sono così divisi: 80 euro all’anno (6,7 al mese) per la telefonia, 120 euro (10 al mese) per la musica, 144 euro (12 al mese) per i quotidiani, 180 euro (15 al mese) per i giochi, 20 euro (1,7 al mese) per i film, 25 euro (2,1 al mese) per le foto e 30 euro (2,5 al mese) per il navigatore.

CRISI DELLE NEWS A PAGAMENTO: -150MILA COPIE PER I GRANDI QUOTIDIANI

Un caso emblematico processo di ‘gratuizzazione’ in corso riguarda il mondo dei quotidiani tradizionali, uno dei più colpiti. Come spiega ancora il rapporto Coop 2016, Internet ha cambiato tempi e modalità di accesso alle notizie moltiplicando le iniziative editoriali di nicchia e spostando le preferenze degli utenti verso siti Internet e grandi network. Il fenomeno ha sensibilmente colpito le principali testate. Dal 2013 al 2016 Repubblica, Corriere della Sera, La Stampa e Il Sole 24 Ore hanno ceduto vendite per oltre 150mila copie giornaliere, e nello stesso tempo è crollata la disponibilità a pagare: per l’informazione gli italiani confermano di non voler spendere.

CROLLO DI SMS, TELEFONATE E CD: PROMOSSI SKYPE, WHATSAPP E YOUTUBE

Ma crollano anche gli sms. Stando al rapporto Coop 2016 (che cita dati di Agcom e Swg) gli utenti che utilizzano servizi gratuiti di messaggistica erano 8,1 milioni nel 2001, passati poi a 20,2 milioni nel 2012, 27 nel 2013, 33,9 nel 2014, 40,5 nel 2015 e 46,7 nel 2016. Si prevedono 52 milioni circa nel 2017 e 57 nel 2018. Bocciate anche le telefonate e l’ascolto di file audio su compact disc in favore di YouTube e conversazioni su Skype e WhatsApp. Tre app, guardacaso, a costo zero.

(Foto di copertina: EPA / RITCHIE B. TONGO)

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