Riforma costituzionale, Rosato: «D’Alema l’avrebbe scritta uguale» | VIDEO

17/09/2016 di Donato De Sena

«Ho stima di Massimo D’Alema, ha dato un contributo alla politica italiana. Ma le sue motivazioni non hanno nulla a che fare con i contenuti della riforma costituzionale. Quella riforma lui l’avrebbe scritta uguale, o comunque avrebbe lavorato nella stessa direzione. Lo dice nei suoi libri». Interviene così il capogruppo del Pd alla Camera Ettore Rosato nell’acceso dibattito su referendum e ddl Boschi di queste settimane. Il deputato Dem ha partecipato ieri sera ad un’iniziativa del Pd a Telese Terme, in provincia di Benevento, per sostenere le ragioni del ‘Sì’ alla consultazione di fine anno. E lo ha fatto senza risparmiare frecciate a chi (come l’ex segretario dei Ds) nel Partito Democratico si oppone alla linea del governo e del premier Matteo Renzi: «Ci arriva una critica da chi ha fallito nel passato, penso che ci sia un disagio per il fatto che finalmente siamo arrivati ad un risultato»

 

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«Le ragioni del ‘No’ (al referendum, nda) sono tutte fuori dalla riforma costituzionale, non c’entrano niente», ha ripetuto Rosato nel corso del suo intervento, evidenziando come con il ddl Boschi non sia stato attribuito nessun nuovo potere al presidente del Consiglio.

ROSATO: «NESSUNA FANTASIA NELLA RIFORMA COSTITUZIONALE, TESI DELL’ULIVO»

Il capogruppo Pd ha difeso la legge descrivendola come frutto di tutto il lavoro del centrosinistra sulle riforme nei decenni scorsi.  «Noi – ha affermato Rosato – non abbiamo usato neanche un po’ di fantasia nello scrivere la riforma, proprio nulla». In particolare l’esponente Dem ha citato la quarta tesi dell’Ulivo nel ’96. Ma non solo quella. «Nilde Iotti – ha proseguito – nel 1979, quando si insediava alla presidenza della Camera, ricordava come era necessario superare il bicameralismo. Aldo Moro nell’assemblea della Democrazia Cristiana parlando delle riforme diceva: bisogna superare il bicameralismo. Ma la stessa Dc e il Partito Comunista nell’ambito della discussione dell’assemblea costituente si sono posti più volti il tema di come differenziare le funzioni delle due Camere, poi non trovandosi d’accordo sul tema (se metterci le professioni o i territori) hanno scelto la modalità del bicameralismo paritario». Dunque – è il ragionamento del capogruppo Pd – «non abbiamo una seconda chance» e la politica, che «ha perso credibilità», «non ha più alibi». «Il percorso che ha portato alla riforma – ha spiegato Rosato – è talmente complicato che è difficile pensare che ci sia qualcuno che da domani lo ricominci. Abbiamo discusso 83 milioni di emendamenti: quando lo dico fuori dai nostri confini nessuno ci crede. Quando io e il collega Manciulli (Andrea, deputato, nda) lo abbiamo detto a Segolene Royal, lei pensava di non aver capito la cifra».

ROSATO: «LEGGE BOSCHI, AL PARLAMENTO POTERE MAGGIORE»

Per quanto riguarda poi gli obiettivi della riforma, Rosato ha posto l’accento sulla funzione legislativa. «La riforma – ha affermato – serve per mettere in mano del legislatore uno strumento per aggredire i problemi». «Oggi il Parlamento – ha detto – fa ratifiche di trattati internazionali, si occupa di convertire i decreti e fa pochissime leggi. Ormai il governo sa che si interviene con i decreti. Non c’è più la capacità di fare una legislazione fatta bene, programmata». «Sono convinto – ha proseguito ancora Rosato – che ci sarà una rivoluzione epocale, che cambierà radicalmente il modo di fare e di pensare. E sono convinto anche che la formula che abbiamo individuato, gli equilibri individuati, garantiscono per il Parlamento un ruolo maggiore rispetto ad oggi. Cambierà il rapporto della politica con la società perché non ci sarà più l’alibi che una cosa inizia e non sappiamo quando finisce: abbiamo 17 riforme organiche o pezzi meno importanti di riforma della giustizia fermi al Senato in commissione, non so quanti riusciremo a portarne a fine legislatura. In un sistema monocamerale avremmo cambiato la giustizia in questo Paese in due anni e mezzo».

ROSATO: «ITALICUM, OPPOSIZIONE DICA COSA VUOLE»

Infine, la legge elettorale. Altra questione calda. Che per Rosato va ben distinta dalla riforma costituzionale oggetto di referendum. «Non si vota sulla legge elettorale. Se a uno non piace la legge elettorale cambia la legge elettorale». E in che modo? «L’Italicum – ha affermato il capogruppo Dem – non è la legge perfetta. Siamo arrivati ad un compromesso. Io, per esempio, sono contrario alle preferenze. Ma è solo una mia opinione personale: l’Italicum l’ho votato lo stesso. E lo difendo, perché dà un vincitore e dà al vincitore il premio di maggioranza per governare. Tutte le altre leggi elettorali non danno la certezza di governo di qualcuno, danno solo la certezza che, con il sistema a tre poli, bisogna fare la grande coalizione. Qualcuno pensa ad una coalizione con i 5 Stelle Rabbrividisco all’idea: ci hanno insultato in tutte le maniere possibili. L’Italicum si può migliorare in cento modi, coalizione o non coalizione, pluricandidature o no. Ci sono margini di discussione, aspettiamo che sia l’opposizione a dirci cosa vuole».

(Immagine: frame da video di Giornalettismo)

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