Riforma pensioni, le novità sull’Ape: platea più ampia per l’uscita senza penalità

14/09/2016 di Redazione

Non si è ancora concluso il confronto tra governo e sindacati per definire i dettagli dell’ultima riforma delle pensioni e in particolare dell’anticipo pensionistico, l’Ape, il prestito che dovrebbe consentire a partire dal prossimo anno un’uscita anticipata (fino a 3 anni e 7 mesi) dal mondo del lavoro. Tra i nodi ancora irrisolti ci sono l’innalzamento dell’asticella dell’Ape sociale, ovvero della soglia entro la quale le rate del prestito da restituire alle banche sono a carico dello Stato, e la vicenda dei lavoratori precoci.

 

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RIFORMA PENSIONI, ANTICIPO PENSIONISTICO E USCITA SENZA PENALITÀ

Per quanto concerne l’innalzamento della soglia il governo indica per ora i 1.500 euro lordi (circa 1.200 euro netti al mese) di reddito. I sindacati chiedono di arrivare a 1.650 euro. Ne parla Andrea Bassi sul Messaggero:

Per il governo la soglia di reddito lordo sotto la quale il rimborso del prestito delle banche per anticipare la pensione fino a 3 anni e 7 mesi per chi si trova in situazioni di disagio, dovrebbe essere fissato a 1.500 euro. Si tratta, in sostanza, di meno di 1.200 euro netti al mese. Già così strutturata la misura avrebbe un costo di circa 400 milioni di euro l’anno. I sindacati chiedono che la soglia di esenzione sia alzata almeno fino a 1.650 euro lordi di reddito, in modo da ricomprendere tutti coloro che guadagnano fino a 1.250 euro netti di pensione. Inoltre vorrebbero anche che si allargasse la platea di coloro che hanno diritto a ricevere il rimborso integrale delle rate da parte dello Stato. L’Ape sociale, nelle intenzioni del governo, si applicherebbe ai disoccupati di lungo corso, ai disabili o ai lavoratori con disabili a carico, e a chi ha carichi familiari importanti e redditi bassi. La richiesta è quella di aumentare le categorie includendo diversi tipi di lavori usuranti, come i macchinisti, gli infermieri, gli edili e le maestre d’asilo.

RIFORMA PENSIONI, VIA LE PENALIZZAZIONI PER I LAVORATORI PRECOCI

Per i lavoratori precoci, coloro che sono entrati nel mondo del lavoto molto giovani, ancora minorenni di pensa alla cancellazione delle penalizzazioni previste dalla legge Fornero per chi è andato in pensione troppo presto:

Di certo, per adesso, c’è l’intesa di cancellare le penalizzazioni economiche previste dalla riforma Fornero (tra l’1% e il 2% l’anno) che in base alla riforma Fornero avrebbero colpito chi dal 2018 chi accede alla pensione prima dei 62 anni, e quindi tipicamente chi ha iniziato a lavorare presto.

I costi della riforma dovrebbero aggirarsi intorno ai 2 miliardi di euro. I sindacati chiedono di arrivare a 2,5 miliardi. Possibile che venga raggiunta un’intesa intorno ai 2,2-2,3 miliardi.

(Foto di copertina: ANSA / ETTORE FERRARI)

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