Quel fenomeno di Pellè….che si sente meglio di Totti Schillaci e Boninsegna

07/09/2016 di Marco Esposito

Graziano Pellè è un bel fenomeno. Sono passati circa due mesi dalla sua figuraccia agli Europei, quando tirò quel maledetto rigore contro la Germania a quarti di finale di Euro 2016, e lui – pur essendo andato a giocare nel prestigioso campionato cinese – si sente il miglior attaccante dell’emisfero occidentale (e orientale, ovviamente). Pur essendo entrato nella storia del calcio italiano per aver favorito la prima sconfitta in un torneo ad eliminazione contro la Germania, Graziano Pellè ha già dimenticato il suo gesto geniale, con il quale irrideva – dal vuoto del suo palmares – il portiere più forte del mondo.

E, come riporta il Corriere della Sera in un articolo a firma Paolo Tomaselli, il “fenomeno” va in giro con un foglietto piegato nel quale c’è la lista dei bomber in azzurro che lui avrebbe superato. E lui stesso – invece di schernirsi davanti a certi nomi – conferma con orgoglio del tutto immotivato «Sì è vero, ho l’elenco dei marcatori, ma solo quelli che giocavano come prima punta. Piano piano depenno i nomi – sorride l’attaccante che segnato due gol nelle ultime due partite (evidentemente si segna anche i gol delle amichevoli) 9 gol in 19 presenze in azzurro -. Adesso ho superato Bonisegna e Totti (che non giocava prima punta in Nazionale ndr). Avevo già preso Schillaci, che era un mio idolo. Adesso a 13 ci sono Balotelli e Casiraghi.

Insomma, Pellè ha già superato – a differenza nostra – il trauma post-rigore dei quarti di finale contro la Germania. Magari vorremmo consigliare a questo ragazzo, che in campo conscio dei suoi limiti tecnici, gioca con un umiltà che gli fa onore, meno esuberanza per qualche altro mese. Soprattutto davanti a telecamere e taccuini lo invitiamo a sposare un atteggiamento più sobrio. Almeno fino al prossimo rigore – importante – che sicuramente siglerà con un tiro perfetto, evitando qualsiasi gesto prima di calciare.  Ma, evidentemente, un contratto multimilionario aiuta a dimenticare anche le lezioni che auguravamo il buon Pellè avesse appreso dopo la Germania

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