Muraro indagata, spunta una mail ai vertici M5S e una cena Raggi-Di Maio-Di Battista

06/09/2016 di Donato De Sena

Delll’indagine a carico dell’assessore all’Ambiente Paola Muraro la sindaca di Roma Virginia Raggi – come spiegato da lei stessa ieri in Commissione parlamentare Ecomafie – ne era a conoscenza già dal 18-19 luglio scorso. Il primo cittadino della Capitale ha spiegato di aver appreso la notizia direttamente dalla ex consulente dell’Ama e di aver prontamente informato i vertici del Movimento 5 Stelle. Che però negano di essere stati avvisati.

 

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È proprio questo il nodo da sciogliere per scoprire se le colpe della figuraccia dei pentastellati (che negli anni hanno fatto della trasparenza totale sui procedimenti giudiziari una delle loro bandiere) sono da attribuire solo agli amministratori M5S in Campidoglio o anche ai big del partito, e perfino a Beppe Grillo. Per ora il muro eretto dai vari Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Carla Ruocco, Roberto Fico e Carlo Sibilia (i cinque componenti del direttorio nazionale) ha tenuto. Ma potrebbe presto cominciare a scricchiolare. Anzi, qualche crepa si è già aperta. Dalle ricostruzioni della stampa nazionale di delle dichiarazioni rese da Muraro e Raggi e dai loro incontri con i vertici di partito sono emerse una cena della sindaca con il direttorio per parlare dell’assessora indagata e una mail che il primo cittadino avrebbe inviato ai vertici per blindarsi.

MURARO INDAGATA, IL 2 AGOSTO RAGGI A CENA CON IL DIRETTORIO

Come racconta oggi Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera, la sindaca, il 18 luglio (giorno in cui dice di aver appreso la notizia dell’indagine sulla Muraro) avrebbe incontrato a cena esponenti del cosiddetto mini-direttorio romano (la senatrice Paola Taverna, il consigliere regionale Gianluca Perilli e l’europarlamentare Fabio Massimo Castaldo) per discutere della prima riunione operativa della sua giunta. La cena con i big nazionali si sarebbe tenuta invece il 2 agosto:

Per il Movimento ci sono Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Roberto Fico, Carla Ruocco e Carlo Sibilia. Il «caso Muraro» è l’argomento che monopolizza l’attenzione di tutti. Se davvero Raggi non ha informato gli altri dell’iscrizione nel registro degli indagati rischia di essere espulsa, visto che le regole dei 5 Stelle prevedono la trasparenza totale in materia di procedimenti giudiziari. Se invece l’ha fatto bisognerà sapere perché si è deciso di mantenere la notizia segreta. Resta il fatto che il 4 agosto, Beppe Grillo, Di Battista, Di Maio, Fico, Ruocco e Sibilia lanciano un “hashtag” ed un post sul blog dello stesso Grillo «per difendere il sindaco di Roma da retroscena e notizie false sui rapporti con Virginia e assessori nel tentativo di screditare l’operato del sindaco e nella speranza (vana) di spaccarci».

 

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MURARO INDAGATA, IL 5 AGOSTO MAIL DEL MINI-DIRETTORIO AI VERTICI M5S

Da quanto emerso sull’incontro, dunque, il direttorio potrebbe anche non essere stato informato dell’avviso di garanzia (eventualità che scaricherebbe le colpe del silenzio solo sulla Raggi). È stata proprio la Raggi a spiegare, ieri in commissione parlamentare, di non aver avvertito né Grillo né Di Maio. Ma Simone Canettieri sul Messaggero aggiunge oggi un particolare di importanza non secondaria, raccontando di una mail del 5 agosto nella quale gli esponenti del mini-direttorio romano (la Taverna, il deputato Stefano Vignaroli, Perilli e Castaldo) avvertono i big pentastellati (sia Di Maio, che Di Battista, Fico, Ruocco e Sibilia) dell’indagine a carico della Muraro:

La filiera di controllo, è il ragionamento della Raggi, è stata così rispettata: nessuna omissione, «nessun caso Pizzarotti», «nessuna accusa di fare come mi pare». Tutta la struttura apicale dei pentastellati era a conoscenza del caso. Forse, chissà, anche Grillo, o forse no. Ma la mail con la quale mini e big direttorio colloquiano sulla responsabile all’Ambiente è la prova che la sindaca non si è mossa in solitaria, e che ha rispettato i paletti del contratto firmato prima di candidarsi e anche le raccomandazioni, per usare un eufemismo, di queste settimane concitate. E proprio la sindaca a dirlo in chiaro: «Dell’indagine sull’assessore Muraro ho informato Stefano Vignaroli, Paola Taverna, un’europarlamentare e un consigliere regionale».

In altre parole, grazie al messaggio di posta elettronica, la sindaca Raggi si sarebbe protetta dal rischio di accerchiamento all’interno del partito: con l’invio della mail il silenzio delle ultime settimane sulla Muraro smette inevitabilmente di essere una scelta non condivisa.

(Foto: ANSA / TWITTER ALESSANDRO DI BATTISTA)

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