Nicola Gratteri contro Cantone sulla cannabis: «Inutile, non serve a sconfiggere le mafie»

19/08/2016 di Redazione

«E le rispondo da uomo, le dico che uno Stato non può legalizzare l’uso di sostanze che provocano danni alla salute dei suoi cittadini. Se vuole una risposta da magistrato, aggiungo che se l’obiettivo è quello di eliminare uno dei business più

redditizi delle mafie è una sciocchezza». Questo il parere del procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, da anni impegnato nella lotta al narcotraffico rilasciato al quotidiano La Repubblica.

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Procuratore, la pensa sempre alla stessa maniera?
«Assolutamente sì, legalizzare le droghe sia pure leggere sarebbe sbagliato ed inutile. Io credo che in una democrazia compiuta non si possa pensare di rendere accessibile sostanze dannose per i suoi cittadini, lo trovo immorale. Inoltre prima di discutere di cose del genere bisognerebbe farlo a ragion veduta, ascoltando chi i problemi li ha vissuti sulla propria pelle. Le faccio un esempio: nei giorni scorsi sono stato in una comunità di recupero vicino Catanzaro e le persone che si trovano lì mi dicevano che le droghe leggere non vanno legalizzate
perché loro hanno cominciato con quelle. Se dobbiamo discutere di questi temi perch non andiamo a sentire anche loro? Di questi argomenti bisogna parlare soprattutto con i dati alla mano e mai facendo filosofia o dichiarazioni di principio».
E i dati che dicono?
«I dati dicono che anche sul piano della contrasto alla criminalità organizzata, legalizzare la cannabis non aiuta a colpire le mafie. La quota di affari legati al le droghe leggere si aggira attorno al 5% del totale. Di questo 5% tre quarti è consumato da minorenni a cui comunque lo Stato non potrebbe vendere. Il mercato riguarda dunque le briciole, si tratta di cifre ridicole. Organizzazioni come la ‘ndrangheta muovono cocaina ed eroina per miliardi di euro in tutto il mondo, cosa vuole che sia il mercato dell’erba? Mi creda sono spicci e, in ogni caso, la legalizzazione non consentirebbe comunque di intaccare quel mercato. Lo Stato non è concorrenziale».
In che senso?
«Le mafie per coltivare canapa o importarla dall’estero non pagano luce, acqua e personale, se lo Stato legalizza invece dovrà assumere operai, pagare acqua, luce, il confezionamento, il trasporto. Si è fatto un esperimento a Modena creando delle serre, e si è capito che in questo modo un grammo costerebbe 12 euro. Sa quando costa sul mercato un grammo di stupefacente leggero? Dai 3 ai 5 euro. Tre volte in meno di quello prodotto dallo Stato. Solo in pochi si rivolgerebbero al mercato ufficiale, altri preferirebbero il mercato nero. Soprattutto lo preferirebbero i più giovani. Non funzionerebbe».

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