Virginia Raggi e gli assessori ombra (comunque pagati dal Campidoglio)

19/08/2016 di Redazione

Virginia Raggi, sindaca di Roma, pensa agli assessori ombra a Roma. Figure che, secondo indiscrezioni sulla stampa apparse stamane, saranno comunque pagate.

Ne parla Andrea Arzilli sul Corriere della Sera:

Al Comune di Roma ora spuntano gli «assessori ombra». In Campidoglio si pensa infatti a nuove nomine per alleggerire la mole di lavoro che grava sui nove assessori della giunta di Virginia
Raggi, tre elementi in meno di quella varata da Marino. Nuove figure da inserire che
prenderebbero in gestione le deleghe, alcune pesanti, dei vari assessorati (una di queste potrebbe andare ad Antonio De Santis, attivista del M5S con un incarico nell’ufficio legislativo del gruppo nella Camera, cui andrebbe quella sul Personale). Si tratterebbe di nuovi innesti senza i gradi (e la visibilità) di assessore, ma con emolumenti del tutto equiparati: 76 mila euro lordi all’anno. Così, se da un lato il numero degli amministratori resterebbe invariato,  all’altro potrebbero aumentare sensibilmente i costi in bilancio: Raggi ha fissato un tetto (5 milioni lordi) per il personale promettendo addirittura un ulteriore ritocco verso il basso (4,7 milioni), quindi molto al di sotto dei 5,3 milioni dell’era Marino.

LEGGI ANCHE > Roma 2024: il piano di Virginia? Non firmare la candidatura alle Olimpiadi

FILIPPO NOGARIN CONTRO VIRGINIA RAGGI

Così, mentre il vicesindaco Daniele Frongia difende Raggi sul Fatto Quotidiano, oggi FIlippo Nogarin, sindaco di Livorno, critica sulla stessa testata la scelta di Roma:

Cosa pensa dei super stipendi ai dirigenti comunali e ai manager delle partecipate?
«Penso che vadano tagliati. Quando mi sono insediato, in una città con oltre 25 mila disoccupati, ho trovato contratti da 400 mila euro. Era una situazione immorale perpetrata dalla passata giunta e ho provveduto con tagli compatibili con le disposizioni legislative. Penso che i cittadini abbiano apprezzato. E credo che sia questa una delle strade maestre per riavvicinarli a istituzioni e politica. Poi serve una maggiore democrazia diretta e la raggiungeremo grazie alle nuove tecnologie»

(in copertina foto  © Raffaele Verderese via ZUMA Wire)

Share this article